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VERONA, CAPOGRUPPO LEGHISTA SI DIMETTE: CONGRESSO FAMIGLIA “IMBARAZZANTE”

Il consigliere leghista del comune di Verona, Mauro Bonato, ha espresso la sua disapprovazione al congresso internazionale della famiglia che si terrà proprio nel capoluogo scaligero. Le sue dimissioni sono state consegnate l’8 marzo scorso. A luglio 2018 era stato espulso dalla Lega ma era rimasto nella coalizione del Carroccio in consiglio comunale.

«Trovo agghiaccianti le parole dei relatori. Non possiamo accettare che salga sul palco chi equipara omosessualità e satanismo». Il riferimento è alla scrittrice Silvana de Mari, relatrice dell’evento e condannata dal tribunale di Torino per le sue affermazioni contro la comunità LGBTQI+. «Se il ministro Fontana voleva organizzare questo raduno tra i suoi fan allora avrebbe dovuto farlo senza i loghi del Comune e della Provincia», afferma Bonato che parla anche di «imbarazzante querelle sul patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la quale se il ministro Fontana avesse un minimo di dignità dovrebbe dare le dimissioni».

Il consigliere fa parte della vecchia guardia della Lega, «quella nata per ottenere l’autonomia delle regioni, non per sindacare su temi etici o familiari». Eletto in Parlamento nel 1992, poi due volte sindaco della suo paese in provincia di Verona, Bonato afferma di non riconoscersi nella «Lega cattolico-integralista che ha preso il sopravvento qui da noi». Già l’anno scorso Bonato aveva preso una posizione forte quando il consigliere Alberto Zelger aveva affermato che «i gay sono una sciagura» e che «le donne hanno un cervello diverso da quello degli uomini, basta leggere gli studi scientifici e guardare come parcheggiano le auto». Allora, Bonato era riuscito a portare all’ordine del giorno in consiglio Comunale una mozione contro il Consigliere per le sue dichiarazioni scandalose. Espulso dalla Lega per dissidi interni, Bonato era rimasto comunque a far parte della coalizione leghista in Comune.
«Vogliono rendere Verona la culla del Medioevo, ma Verona non lo merita – spiega a Open Bonato – Verona è una città di accoglienza». Il leghista dissidente, che preferisce definirsi uno «spirito libero» resterà comunque in consiglio comunale, dove conta di «dare fastidio» alle correnti reazionarie, di disturbare chi vuole fare passi indietro sui diritti di donne e omosessuali. «Perché se va avanti così come vuole Pillon le donne non faranno più le politiche né le giornaliste, torneremo a tempi antichi dove fanno solo le schiave degli uomini».
Fonte: VVox