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UNA FESTA DAVVERO GRANDE

frattura (Paolo Di Laura Frattura)

Con la vittoria delle elezioni regionali, per la seconda volta, di Paolo Di Laura Frattura, questa per davvero, è morto lo “iorismo”. E’ finito il regno di Angelo Michele Iorio. Il re finalmente è caduto. Il tramonto è cominciato da Isernia, dalla sua città, la roccaforte dell’imperatore, con la sconfitta della sorella Rosetta a candidato sindaco. Dopo undici anni si chiude un’epoca, dominato soprattutto dal “familismo”.

Festa grande.

Con l’occasione e senza ripensamenti abbiamo mandato a casa:

Gianfranco Vitaliano, “non disturbate il conducente”, il faccio tutto io, ci capisco solo io. Ha gestito l’economia riducendola in uno stato penoso. Ha lasciato le casse regionali con un buco spaventoso. Amava farsi scorazzare con il lampeggiante acceso sull’autoblù, voleva sembrare un ministro.

Filoteo Di Sandro, dicono sia stato assessore alla sanità, ma nessuno se ne è accorto. Tutti, invece, abbiamo chiaro lo stato di disastro della sanità molisana e il disavanzo astronomico accumulato. Ha nominato segretario particolare il nipote acquisito, il giovane Teodoro Santilli. Siccome un segretario particolare non bastava, ecco il secondo, Gianfranco Visco, sindaco di Colli al Volturno, comune in cui vive Di Sandro e presidente di Alleanza per il Molise, la corrente politica di centrodestra che allora faceva capo a Di Sandro.

Gino Velardi, ex assessore ai trasporti e lavori pubblici. Ci lascia pullman scassati, con l’aspetto di pezzi d’antiquariato e con manutenzione limitata che neppure nel terzo mondo si vedono. Solo il contratto con le ferrovie, per un servizio scadente costa 17 milioni di euro l’anno. Tante volte ha fissato date per la fondovalle del Rivolo, pena le sue dimissioni. La strada, dopo trent’anni, aspetta ancora di essere completata. Lo abbiamo dimissionato con le elezioni.

Antonio Chieffo, “l’uomo delle preferenze”. Già presidente della provincia di Campobasso con il centro-sinistra, poi passato a destra. Ciò che ha fatto lo sa solo lui.

Nico Romagnolo, “l’uomo del terremoto”, ama aprire sedi elettorali mettendo su la targa di sede di gruppo politico regionale. Ha gestito per conto di Michele Iorio la ricostruzione post-sisma del 2002. Risultato: la popolazione continua ad abitare nelle baracche di legno, ma in compenso, con i soldi del terremoto è stata assunta e subito trasferita a Bruxelles una funzionaria. Nei comuni colpiti dal sisma non manca la costruzione di enormi piazze, lastricate di marmo e circonvallazioni stradali dove non passa anima viva.

Godimento particolare per la mancata rielezione, alla Camera dei Deputati, di Sabrina De Camillis. Su cosa ha fatto da parlamentare c’è ben poco da dire. Ha percepito per mesi la doppia indennità, da deputato e da consigliere regionale, si sa i soldi servono e 100 mila euro in più fanno sempre comodo. Lo stato delle strade molisane la conosciamo tutti, ma l’on. De Camillis, in un battibaleno, al modico costo di 100 mila euro è riuscita a farsi sistemare, a spese dei contribuenti, con asfalto nuovo di zecca, la strada comunale Fonte Focolare che porta alla sua abitazione, nella campagna larinese.

Un pensiero anche al rieletto Massimo Romano, il giovane “sapientino” della politica molisana che non ci ha fatto capire da che parte voleva stare. All’insegna del “basta al vecchio”, ha messo insieme il sindaco di Roccavivara, Domenico Di Lisa e l’ex senatore, Giuseppe Astore. Due matusa della politica regionale. Pensava di uscire dalle urne con un plebiscito e invece i molisani sono stati avari con lui. Ha voluto sposare il liberismo sfrenato di Oscar Giannino, ideatore del movimento fondato sulla trasparenza e la meritocrazia “Fare per fermare il declino”. Si è inventato un paio di lauree e un master mai presi e gli elettori lo hanno bocciato e il nuovo populista con la bandana arancione, Luigi De Magistris. Da sindaco ha già perso la simpatia dei napoletani, che hanno preferito votare a destra oppure il “Movimento 5 Stelle” di Beppe Grillo.

Infine, permettetemi, un appello a Silvio Berlusconi. Scelga di rappresentare il Molise al Senato. Visto che da parlamentare molisano non ha fatto nulla per questa regione, lasci a casa anche Ulisse Di Giacomo. Ci deve, almeno, questo favore.

Allora si che il godimento sarebbe massimo e la festa davvero grande.

mader