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TORINO A 5 STELLE, NIENTE MULTA: I NOSTRI CANDIDATI DIVERSI DA ROMA

chiara-appendino-matteoderricoDiversi da Roma e da tutte le altre città dove lotteranno per la poltrona da sindaco. Il Movimento Cinque Stelle, capitanato da Chiara Appendino, ha approvato il codice etico che dovranno sottoscrivere i quaranta candidati per un posto in Sala Rossa. Nessuna maxi-multa per chi si trasferirà in altri schieramenti come annunciato nelle Capitale.

A Torino, per i prossimi consiglieri non è prevista alcuna sanzione pecuniaria, cade l’obbligo di partecipare all’80% delle sedute ed è modificato anche l’iter delle espulsioni. Nel 2011 la decisione spettava esclusivamente agli attivisti, oggi sarà presa in primis dal gruppo consigliare.  Lo scrive Paolo Coccorese sul quotidiano La Stampa.

I Cinque Stelle si allontano sempre più dal web, si affidano a una formula cucita su misura su Appendino. E rivendicano l’indipendenza rispetto al modelli storici di Grillo e Casaleggio. Il nuovo codice etico è stato approvato nell’ultima riunione riservata agli attivisti. Prende spunto da quello proposto nel 2011, ma con alcune sostanziali differenze. «Dopo cinque anni di opposizione siamo maturati e non puntiamo a stare all’opposizione – dice la candidata sindaca, Chiara Appedino -. Oggi, l’obiettivo è vincere le elezioni».

I candidati alle elezioni comunali dovranno assicurare la fedeltà al programma, ma non saranno obbligati a sedere in Sala Rossa. Addio al vincolo dell’80% delle presenze, meglio garantire «un’assidua partecipazione alle sedute e negli uffici» perché amministrare una città richiede anche un lungo lavoro dietro le quinte. Poi, è prevista l’accettazione di un regolamento di gruppo. Non è ancora stato definito nei particolari, ma per evitare voti disgiunti, ogni decisione sarà discussa preventivamente in privato tra i consiglieri che voteranno la posizione che dovrà tenere l’intero M5s di Palazzo Civico.

Infine, gli ultimi due capitoli. Le espulsioni non saranno più approvate direttamente dalla votazione web dei due terzi dell’assemblea degli attivisti, ma saranno votate prima dai due terzi degli eletti. «Ci affidiamo a un metodo più semplice e più veloce di rispondere alle necessità della città», dice Appendino. Rivendica l’assenza della multa da 150 mila euro per chi, dopo l’elezione, cambierà casacca. «Nel 2011 chi abbandonava il M5s doveva pagare 2 mila euro al mese – aggiunge -. Visto che negli scorsi anni non c’è stata la necessità e i candidati sono affidabili, gli attivisti hanno deciso di farne a meno».

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Fonte: La Stampa