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THE ECONOMIST CRITICA LA NOMINA DI LINO BANFI: “L’ITALIA NOMINA UNA STAR DELLA COMMEDIA SEXY ALL’UNESCO”

Lino Banfi, pochi giorni fa, ha ottenuto l’incarico di rappresentare il Governo italiano nella Commissione Unesco e la notizia – scrive Beatrice Pagan su Movieplayer.it – non è stata accolta in modo particolarmente positivo online, ricevendo anche una dura critica da parte del settimanale inglese The Economist, che gli ha dedicato un articolo intitolato: “Sguaiataggine a Roma. L’Italia nomina una star della commedia sexy nella sua più prestigiosa commissione culturale. Molti pensano che i film di Lino Banfi siano sessisti. Questo può essere il motivo della scelta“.


Il magazine ha infatti posto l’attenzione sul passato dell’attore ricordando: “Il signor Banfi è famoso per i suoi ruoli in film che appartengono al genere conosciuto come commedia sexy. Nel mondo inglese il paragone potrebbe essere fatto con Mel Brooks o Benny Hill. I film delle commedie sexy, immensamente popolari fino agli anni Ottanta mentre molti tabù italiani legati alla sessualità stavano venendo messi in discussione per la prima volta, di solito riguardavano un uomo di mezza età che veniva coinvolto in modo improbabile in storie con bellissime donne più giovani di lui e che a un certo punto si liberavano della maggior parte dei vestiti“.
The Economist ha poi ricordato che la nomina – di cui Banfi ha parlato in un’intervista dell’incarico di ambasciatore – è stata annunciata da Luigi Di Maio durante un evento per lanciare il reddito di cittadinanza e Banfi ha svelato che il suo primo, discusso, impegno sarà quello di far ottenere alla sua città Canosa di Puglia il titolo di Patrimonio dell’Umanità, sostenendo che alcune delle rovine risalivano al periodo dell’Antico Egitto. La scelta dell’attore è stata considerata negativamente anche a causa del fatto che i lungometraggi sono considerati sessisti e politicamente scorretti, e in uno dei film si rideva dei problemi dei pazienti di un ospedale psichiatrico.
Il magazine conclude quindi il suo editoriale dichiarando: “La scelta del signor Banfi è sembrata come rivolgere deliberatamente un dito medio all’elite intellettuale italiana, dal punto di vista culturale è equivalente al momento in cui il presidente Donald Trump ha servito degli hamburger ai suoi ospiti alla Casa Bianca“.