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IL TEST CHE INQUIETA I DIPENDENTI DEL M5S

Malumori alla Camera per l’ultima richiesta arrivata ai dipendenti Cinque Stelle, in vista della fine di legislatura. A far scoppiare il caso, il questionario che i circa 50 dipendenti del gruppo si sono visti recapitare, con la richiesta ‘sollecita’ di dare risposta, alle numerosissime domande, entro le 12 di oggi.

Dove le domande poste vanno dall’ambito privato (sei sposato, figli, etc.) a quello psicologico (“Se la stanza è piena, stai vicino ai muri, evitando il centro?”). Un ‘questionario tecnico-attitudinale’, che non è piaciuto a nessuno, ma che sembra abbiano sottoscritto tutti, ‘obtorto collo’, non nascondendo però contrarietà e preoccupazione.
Il testo, di otto pagine, con decine di domande, di cui l’AdnKronos è in possesso, era arrivato 24 ore prima e annunciato, informalmente, martedì scorso alla riunione pentastellata in cui è stato reso noto il cambio dei presidenti dei gruppi Cinque Stelle. In quella sede, era stato genericamente fatto riferimento a un questionario e a colloqui personali per i dipendenti, che sarebbero stati gestiti da una società di Modena, che si occupa di personale. Niente di più, ma è bastato per mettere in allarme i lavoratori, visti i rapporti con i vertici parlamentari del Movimento, definiti dagli stessi dipendenti, nel migliore dei casi “burocratici, freddi e esclusivamente tecnici”.

Poi, ieri alle 12, sul personal computer dei dipendenti Cinque Stelle si sono materializzate le tantissime domande, ritenute “troppo personali”, “inutili” e “del tutto irrilevanti” per l’ambito lavorativo. A creare ulteriore malumore il fatto che la società che tratterà i dati e gestirà i colloqui si occupa di ‘Organizzazione aziendale, Servizi mirati alle Imprese, Ricerca, Selezione e Gestione del Personale’ e di cui nessuno dei dipendenti ha mai sentito parlare.
Una situazione che non lascia tranquilli i dipendenti e che richiama la vicenda del ‘Disciplinare tecnico’ già sottoscritto, la scorsa primavera, a marzo 2017, dove oltre ai divieti posti ai collaboratori (dal non poter utilizzare in ufficio la mail privata, chiavette Usb e altre norme restrittive) si prevedeva un controllo diretto da parte del Movimento sui personal computer dei dipendenti. In sostanza i vertici grillini chiedevano alla Camera dei deputati di ‘condividere’ il controllo dei personal computer di lavoro dei dipendenti, arrivando alla possibilità di gestione del pc da remoto.
Al “servizio Informatica della Camera dei Deputati, a cui, viste le peculiarità di cui dispone in termini di autonomia organizzativa e funzionale, è stato richiesto di operare in qualità di contitolare del trattamento dei dati personali, valutazione tutt’ora al vaglio dell’Ufficio del Consigliere Capo del Servizio Informatica”, si legge nel testo.
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Fonte: AdnKronos