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TERMOLI, PARCHEGGIO MULTIPIANO: IL RISARCIMENTO RESTA

comterCancellato il parcheggio multipiano sotterraneo di piazza S. Antonio. La maggioranza al comune di Termoli, guidata dal sindaco Di Brino, ha revocato il provvedimento del commissario prefettizio Pietro Soggiu a proposito del piano di riqualificazione dell’area di S. Antonio e del piazzale del Pozzo dolce.
Il piano, che prevedeva un investimento di 22 milioni di euro, ha inizio nel 2004 quando il comune era guidato dal sindaco, Remo Di Giandomenico. La gestione del progetto fu affidato alla TUA spa, società mista di Trasformazione Urbana che espletò la procedura di gara vinta all’associazione temporanea di impresa guidata dalla Nidaco Costruzioni che fa capo direttamente a Nicandro e Danilo Cotugno, nipoti dell’europarlamentare Aldo Patriciello.

Nonostante ripetuti e continui ripensamenti, il comune di Termoli non ha mai dato seguito all’inizio dei lavori, tanto che l’impresa di costruzioni è ricorsa al TAR ottenendo soddisfazione. A seguito della decisione del tribunale amministrativo, la Nidaco Costruzioni ha diffidato il comune di Termoli di definire entro 30 giorni il procedimento relativo al Piano di riqualificazione urbana. Atto indispensabile per la progettazione definitiva per l’esecuzione dei lavori. Pena un risarcimento di 5 milioni di euro a carico dell’amministrazione guidata da Antonio Di Brino che però ha proposto ricorso al Consiglio di Stato.
Il consiglio comunale di Termoli, a maggioranza e in tutta fretta, senza neppure attendere il pronunciamento dei giudici di palazzo Spada e senza motivo  ha revocato la realizzazione del parcheggio.
Questo vuol dire che se il Consiglio di Stato dovesse dar ragione alla Nidaco Costruzioni il comune di Termoli dovrà comunque risarcire, con 5 milioni di euro, l’impresa isernina perche la decisione del consiglio comunale non elimina il risarcimento.
In questo caso sarebbe bene non caricare la comunità termolese del risarcimento, ma dovrebbero essere addebitati addebitati esclusivamente ai consiglieri che hanno votato la revoca del provvedimento prefettizio.
Chi sbaglia deve pagare.
mader