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SOSPETTI SULLA SELEZIONE PER I CANDIDATI GRILLINI A SINDACO DI SALERNO

m5s-salernoAl di là delle battute di circostanza, dei ringraziamenti su Facebook all’insegna de «il bello deve ancora venire» la settimana che si chiude, per candidabili e attivisti del Movimento 5 Stelle a Salerno, è stata tutt’altro che rose e fiori.

L’euforia e la soddisfazione per la bella giornata di democrazia partecipata, vissuta domenica scorsa con l’election day che ha decreto la classifica dei trentatre da inserire nella lista pentastellata per le prossime elezioni comunali del 2016, si è esaurita quasi subito per lasciare il posto a veleni ed accuse.

Ha cominciato subito qualche escluso, minacciando querele ed azioni legali, per passare poi al candidato che aveva omesso di segnalare una candidatura. Questioni che appaiono marginali rispetto ad un malessere che è venuto fuori, almeno in parte, nella prima assemblea post-voto che si è svolta venerdì sera al centro sociale di Pastena.

Assenti tutti i parlamentari, anche se soltanto uno – il senatore Andrea Cioffi, impegnato a Roma per il voto sulla legge di Stabilità – era giustificato. Il sospetto, avanzato durante l’incontro, è che l’assenza di massa dei portavoce fosse stata in qualche modo studiata a tavolino per evitare critiche e polemiche che, come qualcuno aveva pure preannunciato, ci sono state. Nel mirino di tutti – attivisti, candidabili ed esclusi – le modalità ed il metodo scelto per le primarie interne, comunicate solo all’apertura del seggio nonostante l’argomento avesse impegnato per settimane il lavoro dell’assemblea.

«Per il candidato sindaco – ha sostenuto Carla Cioffi, quarta in classifica e prima tra le donne – dovremo condividere prima il metodo. Anche perché – ha poi aggiunto – è inutile nascondersi che tra noi candidabili ci sono dei pregiudizi». Il suo è stato un attacco quasi a tutto campo, anche nei confronti dei parlamentari che, a suo giudizio, «non hanno utilizzato un metodo equo, penalizzando le candidate donna».

Non sono mancate anche accuse di presunti brogli e truppe cammellate. Ad aleggiare anche questo sospetto è stato un giovane attivista, Pietro Gorga, che ha parlato chiaramente di «schede fotocopia» con la stessa classifica e con in testa sempre lo stesso candidato, il 26enne Dante Santoro, risultato poi primo degli eletti con oltre mille preferenze. O ancora, come ha raccontato un altro attivista, Paolo Basso, schede con un unico candidato uomo in testa e a seguire tutte donne.

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Fonte: La Città di Salerno