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SINDACO LEGHISTA DI MONTEBELLUNA: “LA LIBERAZIONE VA SEMPRE ONORATA. E IO CANTO BELLA CIAO”

Marzio Favero, sindaco leghista di Montebelluna (Treviso), Militante storico del Carroccio, conosciuto nel partito di Matteo Salvini come «il filosofo», ma ha idee diverse da quelle che si respirano nel suo partito per la Festa della Liberazione. Lo racconta in una intervista a Andrea Priante sul Corriere del Veneto.

Sindaco, lei parteciperà alle celebrazioni? «Certo, sono tra gli organizzatori della cerimonia e porterò, come da tradizione, il mio saluto. Ho sempre partecipato: i valori della democrazia sono stati conquistati attraverso la sofferenza, è nostro compito onorarli».

Non mi dica che intonerà anche «Bella ciao»… «Dopo la deposizione delle corone d’alloro al monumento per i Caduti, la banda di Montebelluna suonerà prima l’inno nazionale e poi “Bella ciao”. A me piace: è divenuta un simbolo della nostra Storia, non vedo perché non si dovrebbe intonare. Francamente, trovo incomprensibili le polemiche: non c’è nulla, nella Festa della Liberazione, che contrasti con i principi per cui si batte la Lega».
In realtà, con un tweet, Salvini ha tracciato la linea: «Il 25 aprile non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi. Vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine». Sembra un invito a disertare le cerimonie… «Festeggiare la Liberazione significa ricordare coloro che lottarono contro fascismo e nazismo, due regimi che, tra le altre cose, portavano avanti l’idea di uno Stato centralista. Esattamente ciò che la Lega ha sempre contrastato. Inoltre la Resistenza ha portato all’entrata in vigore della Costituzione che, va ricordato, è regionalista e autonomista. Rendere omaggio al 25 Aprile significa quindi onorare ciò per cui noi leghisti siamo nati: il federalismo».
Di nuovo Salvini: «Il 25 aprile ci saranno i cortei, i partigiani e i contropartigiani. Siamo nel 2019 e mi interessa poco il derby fascisti-comunisti: mi interessa il futuro del nostro Paese». «La Resistenza raggruppò tante anime politiche: democristiani, socialisti, comunisti, Partito d’Azione, perfino monarchici. E allora, ridurre il 25 Aprile a una festa della Sinistra, come alcuni sembrano voler fare, è un errore prima di tutto storico. I politici, specie a livello nazionale, dovrebbero riflettere sul fatto che, se oggi abbiamo una pluralità di partiti nell’arco costituzionale che hanno il diritto di confrontarsi liberamente, lo dobbiamo anche a chi scelse di dare la vita contro la tirannide, proprio per offrire un futuro migliore al Paese».
I rigurgiti dell’estrema destra si fanno sentire sempre più di frequente… «Appunto: sono rigurgiti. Il fascismo fu un grande errore, trascinò gli italiani in una sorta di illusione collettiva. Ma basta ricordare chi si alleò coi nazisti, per dimostrare quanto il regime guidato da Mussolini fosse, per sua natura, criminale».
Tornando a Salvini, ha sostenuto che il fascismo fece anche cose buone. Che ne pensa? «Mettiamola così: anche un orologio con le lancette, quando si rompe, segna l’ora giusta due volte al giorno. Ma questo non significa che non sia da buttare».