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IL SINDACO GRILLINO DI BAGHERIA RINNEGATO DA DI MAIO

“Non è un sindaco del movimento”. Ed è bufera sulle parole del capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, rivolte a Patrizio Cinque, sindaco di Bagheria per il quale la procura di Termini Imerese ha chiesto il rinvio a giudizio con sei capi d’accusa: turbativa d’asta, turbata libertà nella scelta del contraente, falso, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Il sindaco si autosospese dal Movimento 5 Stelle.

“Per aver denunciato Patrizio Cinque – dichiara Angelo Bonelli della lista Insieme – mi era stata anche annunciata una querela per diffamazione dal Movimento 5 Stelle, mai arrivata; e il suo rinvio a giudizio di oggi spiega bene il perché: non ho ricevuto denunce perché avevo detto la verità. E Di Maio, Di Battista e Cancelleri, in diretta TV avevano pure spiegato che quel regolamento blocca demolizioni era un modello da prendere in esempio. Ricordo che quel regolamento blocca le demolizioni delle Ville abusive con piscina a picco sul mare, anche di quelle dei parenti dei consiglieri del M5S e della stessa casa abusiva del sindaco che si trova in zona vincolata. Una maniera come un’altra per non perdere i voti di chi si è costruito una casa abusiva alle spalle della maggioranza degli italiani che rispettano le regole e pagano i mutui della loro casa.”

“Il leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio non ha atteso neanche il canto del gallo per disconoscere il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque”. Lo afferma Mariella Maggio, candidata al Senato per Liberi e Uguali. “Quando gli è stato chiesto di commentare il rinvio a giudizio di Cinque – osserva Maggio – Di Maio non ha trovato di meglio che sostenere che non è un sindaco del Movimento. Ben altre dichiarazioni i dirigenti del M5S fecero all’indomani della conquista del comune di Bagheria, continuando a difendere il sindaco Cinque fino a ieri benché che la sua gestione amministrativa sia stata, per usare un eufemismo, più che discutibile”.
“Di Maio prova a scappare dalle responsabilità del suo partito a Bagheria dicendo che il sindaco rinviato a giudizio non fa parte del Movimento 5 stelle. È una bugia, ci sono le foto ufficiali delle manifestazioni M5s a smentirlo, oltre al fatto che non è mai stato espulso. Solo pochi giorni fa Patrizio Cinque era sul palco a Palermo insieme a Giancarlo Cancelleri alla presentazione ufficiale dei candidati M5s a Camera e Senato, altro che autosospeso”. E’ quanto scrive su facebook, invece, il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi. “Di Maio sta coprendo – prosegue Anzaldi – il sindaco, rinviato a giudizio per turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Se davvero non fa più parte del loro partito, perché non lo sfiduciano? In consiglio comunale a Bagheria la maggioranza è targata M5s. Se continuano a tenerlo in sella, significa che sono complici. Compreso pinocchio Di Maio”.
“Con le parole di Di Maio, secondo cui Patrizio Cinque non è più sindaco di Bagheria, prendiamo atto che M5S ha deciso di far mancare il proprio appoggio al sindaco in consiglio comunale”, dice Fauto Raciti, deputato del Partito democratico. “Se come sostiene Di Maio – spiega Raciti – Cinque non appartiene più un amministratore sostenuto dai Cinquestelle, dobbiamo concludere che i grillini si apprestano a far mancare il loro sostegno in consiglio. Detto questo, la presa di distanza di Di Maio ci lascia perplessi. Cinque è stato candidato a sindaco dal movimento di Di Maio e fino alla notizia della richiesta a giudizio per Cinque, il capo politico di M5S non aveva nulla da dire sul conto del sindaco di Bagheria”. “Non vorremmo che si trattasse di una disperata quanto goffa mossa per evitare un nuovo caso, dopo quelli di Caiata e Tasso, di un grillino salito alla ribalta per questioni giudiziarie”, conclude.
“O Patrizio Cinque è il sindaco di Bagheria eletto nelle file del Movimento 5 Stelle e già punto di riferimento del partito di Di Maio, oppure siamo davanti a un misterioso caso di smemoratezza a comando a uso e consumo della propaganda elettorale”, così Claudio Fava nel corso di una iniziativa politica a Barcellona Pozzo di Gotto, commentando le dichiarazione del leader del M5s a Palermo il quale ha sostenuto che Cinque “non è un sindaco del Movimento”. “Una Sicilia libera – ha proseguito Fava – è una Sicilia in cui il tema della lotta alla mafia non scompare dai radar del dibattito politico, ma ne diventa elemento centrale”.
Fonte: Live Sicilia
Video: Repubblica tv