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SEMPRE ALLA FACCIA NOSTRA: LE LIQUIDAZIONI AGLI EX PARLAMENTARI SARANNO PAGATE PUNTUALMENTE ENTRO FINE MESE.

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Tutti gli altri? Che aspettino.

In arrivo liquidazioni a sei zeri per gli esclusi eccellenti dal Parlamento che costeranno allo Stato 3 milioni di euro.

Fuori dal Parlamento ma con liquidazioni da capogiro: i “trombati” eccellenti dell’ultima tornata elettorale costeranno allo Stato 3 milioni di euro.

Ai politici, infatti, viene corrisposto un assegno di reinserimento o di fine mandato che, come evidenzia Avvenire, era stato “concepito a suo tempo per aiutare i politici che, dopo un’esperienza più o meno lunga in Parlamento, potevano incontrare difficoltà nel tornare a svolgere un lavoro comune”: assegno che corrisponde circa a 8mila euro per ogni anno da parlamentare.

La palma di paperone spetta a Gianfranco Fini: l’ex presidente della Camera incasserà un assegno di fine mandato da 250mila euro netti e potrà contare anche su un vitalizio mensile di circa 6mila euro.
Alle sue spalle, con una liquidazione da 217mila euro, si piazzano Massimo D’Alema (anche per lui è pronto un vitalizio da 6mila euro mensili), Livia Turco e Domenico Nania.

Scorrendo la classifica troviamo Franco Marini con un assegno di fine mandato da 174mila euro e una pensione da 5.300 euro al mese; Beppe Pisanu, che aveva già incassato un’altra buonuscita nel 1992, con 157mila euro; Gianfranco Miccichè con 158mila euro; Fernando Adornato e Italo Bocchino con 141mila euro; Francesco Rutelli con 100mila euro, mentre l’ex ministro Claudio Scajola percepirà 158.000 euro, si spera non a sua insaputa.

Tra gli ex parlamentari eccellenti Antonio Di Pietro è il più “povero”: probabilmente tornerà al suo paese d’origine, Montenero di Bisaccia, e lo farà con in tasca un assegno di “soli” 58mila euro e una pensione mensile di 4.300 euro.

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