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ROMA, STADIO: M5S CONTRO IL M5S E L’EX SINDACO MARINO: “IL NOSTRO PROGETTO ERA RIGOROSO”

Martedì prossimo la base organizzata del Movimento romano, coordinata dall’ attivista e architetto Francesco Sanvitto, si presenterà sotto il Campidoglio per manifestare contro Virginia Raggi.

5 Stelle contro 5 Stelle – scrive Ilario Lombardo per la Stampa. Sono stati già chiesti i permessi in questura ed è partita la raccolta delle adesioni tra le associazioni ambientaliste, come Italia Nostra e Salviamo il paesaggio, che avevano sostenuto la presa grillina di Roma in nome di quella svolta anti-cemento che ora vedono minacciata dall’ accordo sullo stadio dell’ As Roma. I militanti stanno setacciando il web per trovare tutto quanto è possibile per provare che la sindaca e i suoi vanno contro le loro stesse promesse.

Ci sono tweet di Raggi, video e interventi dell’ ex vicesindaco Daniele Frongia sul blog. In una registrazione, prima del turno di ballottaggio in cui ha stravinto, la sindaca sosteneva che lo stadio andava fatto «secondo le norme del Piano regolatore». «Peccato che il Prg non prevede tutte queste cubature concesse ai costruttori» risponde Sanvitto che dà dei «bugiardi» anche a Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista: «Hanno detto che lo stadio era nel programma. Non è così».

Sono ragionamenti che stanno facendo pure una decina di consiglieri, pronti a segnare ulteriori incrinature nella maggioranza. Grillo e Davide Casaleggio, comunque, vogliono lo stadio. Ma, consapevoli di cosa significhi adesso una ribellione della propria gente, ospitano sul blog una giustificazione di Raggi. Un post che non spiega nei dettagli i termini del compromesso con i costruttori ma ne scarica le responsabilità sulla precedente giunta Pd.

La sindaca ormai è accerchiata da ex. Ex assessori, come Paolo Berdini e Paola Muraro, che hanno affidato a La Stampa il proprio disagio o il proprio risentimento. Muraro a due mesi dall’ addio ha parlato di gruppi di potere che tengono in ostaggio Raggi. Lei ha risposto sorridendo: «Vedremo quali sono».

Muraro ha anche ritirato fuori il nome dell’avvocato Luca Lanzone che prima di occuparsi della trattativa sullo stadio, secondo l’ex assessora, per conto della Casaleggio avrebbe indirizzato Raggi verso il nome di Stefano Bina come dg di Ama. La presenza del legale in tanti e delicati episodi della breve vita della giunta 5 Stelle ha convinto il Pd a presentare una interrogazione per capire quali siano gli incarichi «di questa sorta di eminenza grigia cui appare essere stato affidato il compito di tutore del sindaco».

Ma gli ex da cui è assediata Raggi sono anche i militanti che avrebbero dovuto essere un corpo solo con gli eletti, i così chiamati «portavoce». «Macché portavoce – sbotta Sanvitto – Non ci ascoltano più, non rispondono, non usano il lavoro dei tavoli come facevano quando eravamo all’ opposizione». Sanvitto è un grillino molto conosciuto a Roma, uno non certo etichettabile tra i nemici giurati della sindaca. Anzi.

Proprietario dello stabile in cui Raggi aveva fissato il quartier generale in via Tirone, fu l’autore della mail a suo sostegno contro Marcello De Vito, candidato vicino a Roberta Lombardi con la quale Sanvitto ha un rapporto pessimo. Alla guida del tavolo di urbanistica del M5S Roma, è uno degli esperti che producevano il materiale utilizzato da Frongia, quando da semplice consigliere di opposizione si scagliava contro il progetto dello stadio.

«Noi non siamo contro lo stadio in sé ma contro questo piano pieno di illeciti che il M5S prima denunciava». Assieme ai tecnici del tavolo M5S, Sanvitto ha confezionato una delibera di annullamento di quella precedente firmata Marino che, «spedita a Berdini e alla presidente della commissione urbanistica Donatella Iorio, non è mai stata presa in considerazione». Berdini ora non c’ è più e per evitare di aspettare un mese come avvenuto per il successore dell’ assessore al Bilancio Marcello Minenna, fonti del Campidoglio fanno sapere che lunedì o martedì si sapranno i nomi. Al plurale: perché l’ idea è di scorporare l’ Urbanistica dai Lavori pubblici, nonostante le difficoltà nel trovare il sostituto di Berdini si stiano rivelando tante.

Caro direttore – scrive Ignazio Marino, ex sindaco di Roma, a la Repubblica – , il dibattito intorno allo Stadio della Roma ha prodotto un fiume di parole confuse, per cui è necessario ripartire dai fatti. La delibera della mia Giunta, votata in Assemblea Capitolina il 22 dicembre 2014, dichiarò il pubblico interesse all’opera, condizionandolo, ovviamente, non allo stadio privato, sul quale legittimamente la società sportiva conta per accrescere la propria competitività, ma alle opere connesse all’impianto sportivo e utili alla qualità della vita delle romane e dei romani.

1.il potenziamento del trasporto pubblico su ferro a servizio dell’area di Tor di Valle e della città, con frequenza di 16 treni l’ora nelle fasce di punta e un nuovo ponte pedonale verso la stazione FL1 di Magliana (costo a carico del privato: 58 milioni di euro); 2. l’adeguamento di via Ostiense/via del Mare, di cui si parla da decenni, fino allo svincolo con il Grande Raccordo Anulare (costo a carico del privato: 38,6 milioni di euro); 3. il collegamento con l’autostrada Roma Fiumicino attraverso un nuovo ponte sul Tevere (costo a carico del privato: 93,7 milioni di euro); 4. l’intervento di mitigazione del rischio idraulico e di messa in sicurezza dell’area (costo a carico del privato: 10 milioni di euro).

A Roma non c’è uno scontro tra voraci palazzinari e quelli che invece vogliono tagliare le unghie alla speculazione immobiliare. Sembra esserci più che altro un gioco, tra chi non vuole, avendo sbagliato percorso, perdere la faccia e chi, il proponente privato, chiede semplicemente certezze.

Molti commentatori pur ammettendo di non aver letto le carte hanno gridato alla speculazione. Bisogna giudicare il progetto nel suo insieme, comprese le torri di Daniel Libenskid, che hanno una forza non solo architettonica, ma saranno in grado di attrarre grandi gruppi internazionali, creando migliaia di posti di lavoro e sostenibilità economica al progetto. Si è lanciato l’allarme per le inondazioni cui sarebbe sottoposta l’area dello stadio ma anche qui le carte dicono una cosa diversa. Il rischio esondazione c’è ed è reale, ma interessa una porzione di città esterna all’area di Tor di Valle che è già oggi abitata da moltissimi cittadini, quella del quartiere di Decima. Nessuno si era occupato di loro e il fatto che il progetto dello stadio approvato dalla mia Giunta preveda, ancora una volta a carico del privato, la messa in sicurezza del fosso rendendo più sicura la vita di quei cittadini, è un fatto, ma lo si omette.

Si preferisce invece l’immagine del conflitto tra buoni e cattivi, per alimentare i discorsi vuoti di chi, forse, non si sente in grado di entrare nel merito del progetto. L’amministrazione Raggi ha davanti un bivio: o porta avanti il progetto originario con il massimo rigore e serietà nel presidiare il pubblico interesse preteso dalla mia Giunta o, se decide di cambiarlo, deve illustrare quali sono gli ulteriori vantaggi pubblici e concreti per la vita dei cittadini del nuovo indirizzo.

mader