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RETROMARCIA GRILLINA: L’ITALICUM NON È PIÙ UNA LEGGE FASCISTA

Della legge contra partitum in cantiere al Nazareno per impedire al M5S di vincere le prossime elezioni ne abbiamo si è parlato a lungo. Giuseppe Lauricella, parlamentare Pd, ha depositato un ddl per modificare l’Italicum, dove è previsto l’eliminazione del ballottaggio, motivato con il rischio di un nuovo “effetto Parma”.

Puntuale è arrivato l’affondo di Beppe Grillo, che sul suo blog si è lamentato dell’offensiva dem, difendendo l’attuale legge elettorale.

«Senza alcun pudore nella relazione del disegno di legge per modificare l’Italicum scrive:”Se si mantiene il ballottaggio si rischia al secondo turno un “effetto Parma (dove il M5S ha vinto al ballottaggio come in molti altri Comuni, ndr)” di dimensioni nazionali”. C’e’ il rischio che i cittadini scelgano il M5S come sta emergendo dai recenti sondaggi e non il Pd, un partito che candida indagati e condannati, che è dentro i principali scandali giudiziari italiani (Expo, Mose, Mafia Capitale solo per citarne alcuni) e nulla fa se non annunci”. “Il M5S al governo è un rischio inaccettabile per le poltrone e i privilegi dei partiti. Quindi Lauricella propone di abolire il ballottaggio e di dare premio di maggioranza soltanto nel caso in cui una lista superi il 40% dei consensi. E se nessuno oltrepassa questa soglia governo di coalizione». Insomma, a quanto pare l’Italicum non dispiace affatto al leader del M5S.

Che se da un lato fa bene a denunciare l’ennesima legge per favorire il Pd, dall’altro manca di coerenza. Non fu per caso lui a denunciare in sede di approvazione una legge pessima, gridando al fascismo e richiamando all’attenzione il presidente della Repubblica? Il 24 aprile scorso sul suo blog, con un post a firma di Aldo Giannulli, Grillo attaccò fortemente l’Italicum, paragonando alla famigerata legge Acerbo. «Di fascismo ne abbiamo avuto già uno e ci basta», scrisse Giannuli. «La situazione è di gravità senza precedenti e si impone un intervento del presidente della Repubblica, nella sua veste di garante della Costituzione. Forse sarebbe opportuno che le opposizioni sollecitassero con una lettera comune questo intervento».

Ora, però, con il M5S molto quotato nei sondaggi e con un rischio concreto di vittoria, è arrivato puntuale il dietrofront. La legge va bene, non è più fascista, se fa vincere il suo movimento politico. L’ennesimo atto di coerenza che un leader populista come Beppe Grillo può senz’altro permettersi.

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Fonte: Quelsi