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QUESTO SITO È STATO ATTACCATO – LE INTIMIDAZIONI NON SERVONO, VADO AVANTI

HackerSabato mattina ricevo una mail con cui vengo informato che questo sito è stato disattivato, “in quanto creava una minaccia alla sicurezza o alla stabilità della nostra struttura”, scrive la società di servizio di hosting presso cui sono registrato.

Mi auguro con forza che si sia trattato di un problema tecnico. Non voglio pensare ad un atto squallido, compiuto da qualche vigliacco mascalzone che pensa di trovare soddisfazione nascondendosi dietro una maschera anziché esprimere liberamente il suo dissenso, in modo civile come una qualsiasi persona adulta.

Non sarà l’atto insulso di qualche immaturo ad impedirmi di andare avanti e di proseguire per la mia  strada. Non gli chiedo di condividermi. Non ci tengo.

Comunque dopo circa due giorni di blocco, da qualche minuto è di nuovo attivo. Si ricomincia.

Diceva Agatha Christie che “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”.

Dopo i commenti non proprio educati che mi vengono puntualmente indirizzati e il blocco ripetuto –  nelle settimane scorse – del mio profilo Facebook, gli “indizi” hanno abbondantemente superato il numero di tre.

mail-blocco-sito

Alla società di hosting che parla di “un tentativo di attacco subito” o addirittura “effettuato”, oltre ad altre possibili cause e chiude la mail comunicandomi che: “Per proteggere l’affidabilità e la sicurezza del server, siamo stati pertanto costretti a sospendere temporaneamente il suo servizio; la invitiamo quindi a contattare direttamente il reparto tecnico tramite ticket per avere maggiori informazioni e ricevere supporto nella risoluzione del problema.”, rispondo:

Va bene “proteggere l’affidabilità e la sicurezza del server”. Va bene “sospendere temporaneamente il suo servizio”, ma non comprendo per quale ragione devo “contattare il reparto tecnico tramite ticket” per vedere risolto un problema che non ho causato?

Matteo D’Errico