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IL PM DI SIRACUSA SMENTISCE CATANIA: “NESSUN LEGAME TRA ONG E TRAFFICANTI”

Il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, in audizione davanti alla commissione Difesa del Senato ha dichiarato: “Al nostro ufficio non risulta nessun elemento investigativo che riguardi collegamenti obliqui o inquinamento nei rapporti con i trafficanti” a carico delle Organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo per il salvataggio dei migranti.

Esiste però, ha sottolineato, la consapevolezza di una differenza tra le diverse organizzazioni che operano: “Siamo in grado di stabilire che c’è struttura e struttura, alcune si presentano con navi perfettamente equipaggiate, conformi ai codici di navigazione, e collaborano con la polizia giudiziaria, altre hanno navi meno soddisfacenti dal punto di vista delle dotazioni e non hanno un atteggiamento pienamente collaborativo”. Ma questo, ha spiegato, “va interpretato non come ostacolo alle indagini o favoreggiamento di reati ma come atteggiamento ‘ideologico’, coerente con chi è più a favore dei migranti che della polizia giudiziaria”.

Ha poi sottolineato che: “Non c’è nessuna sovrapposizione di competenza territoriale, noi come Siracusa – ha spiegato – siamo competenti sul tratto di mare che si affaccia sul nostro circondario che non va oltre le 12 miglia. Siamo inoltre competenti in quanto la giurisprudenza stabilisce che il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina si consuma con qualsiasi atto diretto a favorirla e questo può iniziare anche in acque internazionali. La procura di Catania ha la stessa competenza sul mare territoriale di sua pertinenza e poi come procura distrettuale ha la competenza di tutto il distretto e dunque Siracusa inclusa”. Anche in caso di reato distrettuale (citato come esempio il 416 sesto comma), comunque – ha spiegato il procuratore – se c’è un atto urgente da fare può intervenire la procura di Siracusa salvo poi mettersi immediatamente in contatto con la procura distrettuale. “Da oltre un decennio – ha assicurato – ci sono regole che evitano qualsiasi conflitto di competenze”.

“Dal mio punto di vista non vedo stallo di attività giudiziaria”. “Se si ragiona con i dati – ha spiegato – gli arrestati e denunciati sono stati 253 nel 2014, 161 nel 2015, 217 nel 2016. Nel 2017 sono 71, ma siamo ancora a maggio. Si è verificata una flessione di arrestati nel 2015 dovuta probabilmente a contingenze del momento”.

Inoltre il procuratore ha spiegato che nei processi ai presunti scafisti “c’è un massiccio ricorso ai riti alternativi, spesso si arriva al patteggiamento e si usufruisce di attenuanti, per cui lo scafista viene scarcerato. Ma anche in caso di scarcerazione, viene comunque memorizzata la sua identità’ a futura memoria e poi viene subito espulso. Al momento, questo è l’unico deterrente”. Il magistrato ha poi precisato che “noi non arrestiamo mai lo scafista occasionale, cioè colui che viene incaricato di governare la barca con i migranti o per stato di necessità o perché costretto”.

Fonte: Globalist