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PAOLO BECCHI: IL M5S È UN PARTITO VERTICISTICO, PARE IL PCI

paolo-becchi1Addio Movimento liquido, addio Rete. Ormai il M5s si è trasformato “in un partito vero e proprio, sul modello del Pci”. Ma invece “di essere di lotta e di governo è di governo e di lotta”.

Paolo Becchi, professore di Filosofia ed ex ideologo pentastellato, non ha dubbi: “La democrazia all’interno del movimento è venuta meno”, spiega a Lettera43.it. “Le decisioni ormai sono prese dal leader e da un gruppo ristretto di persone”.

Centralismo democratico? No, molto peggio: “direi centralismo organico”.
E dire che gli ultimi sondaggi danno il M5s al 29%, un vero e proprio record. “Fossi nei grillini”, sorride Becchi, “davanti a queste percentuali mi farei qualche problema: i sondaggi sono strumentalizzati, non servono più per dire ciò che la gente realmente pensa”.

”È accaduto anche in occasione delle ultime Europee: il Movimento era dato per vincitore assoluto. Il resto è cronaca.
Se si andrà al voto nel 2018, con l’Italicum il Movimento 5 Stelle rimarrà il primo partito di opposizione. Se, ma è una mera ipotesi di scuola, invece il governo cadesse ora, col Consultellum Grillo se la prenderebbe in quel posto”.

“Ormai il M5s è un vero e proprio partito – continua Becchi – con una struttura verticistica. Un po’ sulla falsariga del vecchio Pci. La rivoluzione del Movimento liquido, dell’uno vale uno, è finita?

“Io sono rimasto deluso: la democrazia diretta, la Rete, l’uno vale uno… tutto dimenticato. Alla fine si è difesa a spada tratta la democrazia rappresentativa. Grillo ha tradito la sua missione originaria.
La rete non conta un cazzo. È stata interpellata per il Cda della Rai? Non mi pare. E dire che si parlava di referendum propositivi anche senza quorum e invece…”

“Sulle candidature si è aperto un caso, Beppe è ingenuo e spontaneo- aggiunge il filosofo. Prima Grillo ha fatto un mea culpa dicendo che nel 2013 aveva «imbarcato di tutto», poi sul blog ha fatto dietrofront. Non doveva dire una cosa del genere. Poi è stato costretto a smentirsi sul blog. Sta di fatto che il Movimento delle origini non esiste più”.

“Di fatto, Luigi Di Maio è già un leader. È un ragazzo preparato, freddo, impeccabile, vestito come si deve, anche per piacere al centrodestra. Per la sinistra, invece, c’è sempre Di Battista, casual, figo che piace ai gggiovani“.

mader
Articolo originale su Lettera43