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NETTUNO A 5 STELLE: SI DIMETTONO IN BLOCCO GLI ASSESSORI, IL SINDACO SENZA GIUNTA

Consiglieri di maggioranza contro assessori. Uno scontro durato mesi culminato con le dimissioni di tutti i membri della giunta tranne uno. Così, dopo Pomezia, la bagarre a cinque stelle tocca Nettuno. Angelo Casta, primo cittadino, non ha più una squadra di governo.

L’epilogo due giorni fa, durante l’ultima seduta di Consiglio, quando dieci consiglieri pentastellati hanno presentato un documento di sfiducia, chiedendo al sindaco la revoca delle deleghe al vice Daniele Mancini e agli assessori Guido Fiorelli e Stefano Pompozzi, pena il mancato voto al bilancio di previsione.
I tre sarebbero accusati di scelte di carattere politico non condivise con il gruppo, e in violazione, a detta dei consiglieri, del codice di comportamento del Movimento: Mancini per aver accettato la proposta di nomina da parte di Roberta Lombardi, quando era in corsa alle regionali, Fiorelli per aver partecipato alle parlamentarie, Pompozzi per aver richiesto la certificazione di una lista civica M5S per le prossime elezioni amministrative della città di Anzio.

La reazione della squadra non è tardata ad arrivare, con un controdocumento firmato da Daniele Mancini, Stefano Pompozzi, Guido Fiorillo, Nanda Salvatori e Simona Sanetti che ha posto un aut aut al primo cittadino. O tutti o nessuno. “Ognuno di noi rimarrà al suo posto solo se la squadra ed i singoli ruoli rimarranno immutati”. Rimandando poi al mittente ogni accusa, e parlando di “scelte condivise con l’intera giunta, e in linea con lo statuto e il codice etico del M5S”. Casto però ha optato per la tenuta della maggioranza, accettando le dimissioni in massa della sua squadra di governo: “Accetto la loro decisione”. Ora si prepara a nuove nomine, tranne per la titolare al bilancio Filomena Paciello ancora in carica.
Ma gli equilibri rimangono precari e le fratture nel gruppo consiliare non sembrano facilmente sanabili. La scelta di Casto di sacrificare i suoi assessori va infatti a sconfessare la linea dura di cinque consiglieri ortodossi (De Luca, Montani, Rizzo, Petroni e Nigro) che invece si sono sempre dissociati dal gruppo dissidente, difendendo a spada tratta l’operato di sindaco e giunta.
Fonte: Romatoday