Home

MARINE LE PEN CACCIA IL PADRE DAL FRONT NATIONAL

jean-marie-e-marine-le-pen-matteoderricoLa presidente del Front National, Marine Le Pen, lancerà, in una riunione straordinaria dell’ufficio esecutivo del Front National da lei convocata, l’espulsione del padre e fondatore del movimento, Jean-Marie Le Pen.

Dunque, la casa brucia. Proprio come lo scorso febbraio era successo a Saint-Cloud quando il fuoco del caminetto a casa di Jean-Marie Le Pen, sulle alture vicino a Parigi, si era propagato con l’anziano “patriarca” appisolato. “Una rottura totale e definitiva”, ha sentenziato Florian Philippot, vicepresidente accusato dagli oltranzisti di Jean-Marie di essere il guru che ha plagiato Marine. La figlia ha messo ai margini il padre. Il partito, fra qualche giorno, potrebbe addirittura cacciarlo.

Una saga nel partito, una telenovela in famiglia. Mentre da mesi scorrono fiumi di inchiostro per decantare il Front National come unico partito che riesce a interpretare il sentimento della Francia profonda, scontenta dei politici che la governano, a casa Le Pen e nei meandri del partito fondato da Jean-Marie nel 1972 ci si dilania. Tutti contro tutti: Marine che ormai da mesi, forse da anni, vuole rottamare l’ingombrante padre, 86 anni, del quale prese il posto nel gennaio 2011. L’anziano leader, per il quale fu creata la carica di presidente onorario, che briga con i suoi fedelissimi per l’ascesa di Marion Marechal-Le Pen, la nipotina ligia all’ortodossia del nonno e già eletta in Parlamento al contrario della zia.

E poi Florian Philippot, il “guru”, il primo nel Front che si sia dichiarato pubblicamente gay, l’uomo che ha sempre gli ultimi sondaggi nella cartellina e che anche per questo viene disprezzato dalla vecchia guardia. Forse proprio quell’incendio in casa, dicono in molti, ne ha fatto divampare un altro in famiglia. Perché Marine, nella sua villa poco lontana, è stata suo malgrado costretta a ospitare il padre e la sua compagna. Perché Marion ha cominciato ad andare a coccolare il nonno e a fargli tenere in braccio la neonata Olympe. E in poche settimane tutto è andato in frantumi.

Il vecchio Jean-Marie, che già a fine 2014 era stato sconfessato da Marine per aver detto che se il FN vincerà di certa gente si farà “un’infornata”, non si è più fermato. Ha ricominciato una settimana fa con la sua affermazione forse più indigesta; poi si è fatto intervistare da Rivarol, foglio di estrema destra, “una cartaccia antisemita” come l’ha definita Louis Aliot, vicepresidente FN e compagno di Marine. A Rivarol ha fatto le lodi nientemeno che del maresciallo Petain, capo della Francia collaborazionista. Marine aveva fin qui, forte del suo successo popolare, mantenuto il controllo della situazione. Secondo il settimanale Le Canard Enchainé, avrebbe detto davanti a testimoni: “Mio padre è in grado di dirigere una Regione come io sono fatta per ballare al Crazy Horse!”. I toni ora sono cambiati.

Un comunicato per liquidare il “patriarca” e le sue ambizioni: alle regionali di dicembre prossimo, quelle dove il FN pensava di fare “il botto” conquistando presidenze di Regioni anche grazie alla quota proporzionale, Jean-Marie non potrà candidarsi alla poltrona più ambita, quella di presidente della macroregione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, di fatto un feudo di famiglia. La risposta di Jean-Marie è all’altezza del vecchio combattente e legionario: “Solo i tuoi ti tradiscono”, aveva detto, anticipando i fatti, a Rivarol. Poi ha annunciato che darà battaglia, davanti all’ufficio esecutivo del partito il 17 luglio. Sempre che non venga espulso prima.

mader
Rai News