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DI MAIO E M5S GIÙ LE MANI DA SANDRO PERTINI

Luigi Di Maio poco più di un mese fa si era spinto un po’ oltre, nell’interpretare il superamento delle vecchie ideologie.

Pur di spiegare il Movimento 5 Stelle “né di destra né di sinistra”, ospite di Porta a Porta su Rai, il vicepresidente della Camera cercando di definire l’anima del movimento, ha risposto alle domande di Bruno Vespa. “Chi siete? Cos’è il Movimento 5 stelle?” ha chiesto il giornalista. La risposta di Di Maio: “Il movimento 5 stelle è un movimento post ideologico, ma porta con sé tante idee che sono state i cavalli di battaglia de partiti di destra e di sinistra” ha risposto il pentastellato. “C’è chi si rifà a quelle portate avanti da Berlinguer, chi a quelle di Almirante, chi a quelle della Dc”.

E in quell’occasione Di Maio l’aveva sparata veramente grossa. I precedenti dei Cinque stelle sarebbero a suo dire nientemeno che Enrico Berlinguer, Giorgio Almirante e tutta la Dc. Lasciamo stare la Dc, partito complesso ove vivevano, in nome dell’unità politica dei cattolici, componenti di segno opposto, ma Berlinguer e Almirante cos’hanno avuto in comune? Forse proprio l’opposizione ai governi Dc, tranne quelli di Andreotti in versione unità nazionale. Meno male che nel Pantheon dei Pentastellati Di Maio si era scordato di inserire Sandro Pertini.

Oggi il candidato premier del partito di Grillo è riuscito a superare se stesso. Oggi Luigi Di Maio in un’intervista a Vanity Fair ha affermato che il suo modello è Sandro Pertini. “È stato un presidente che diceva le cose come stavano. Nella sua storia ci sono tanti momenti in cui ha dimostrato che la coerenza è la cosa più importante. Poi è stato presidente qui alla Camera e io ho l’onore di sedere sullo stesso scranno”.

La storia e la cultura del socialismo laico e riformista rappresentano il polo più lontano da chi pratica la politica dell’insulto e della nevrosi. Il valore della tolleranza é quello più alieno allo strepitio integralista che recupera vecchi dogmi per appiopparne uno nuovo, fondato sul nulla. E condito con la salsa dell’incapacità e dell’insipienza.

Ecco, no Di Maio: non potrai mai essere come Pertini. Come Pertini e come alcuni politici di un tempo, eleganti, riservati, che si sapevano imporre senza strabordare, autorevoli perché il Paese l’avevano difeso con la pelle e non con le parole, non ce ne sono più.

Quindi per favore, giù le mani da Pertini e dalla nostra Storia. Almeno da quella.

mader