Il grillino bolognese, tra i fedelissimi di Grillo: «Ci vogliono serietà e umiltà per capire che qualcosa non sta funzionando. Togliere il simbolo a Raggi? Spero ci siano ancora i margini per fare bene».
Quanto sta accadendo a Roma «a me ovviamente dispiace molto, perché non stiamo dando una grande immagine del movimento, c’è poco da dire». Non nasconde le difficoltà Massimo Bugani, capogruppo del M5s a Bologna, commentando la crisi che sta travolgendo l’amministrazione capitolina guidata dalla pentastellata Virginia Raggi. Pur premettendo di non essere «dentro» le vicende romane, per Bugani «in questi momenti ci vogliono serietà e umiltà». Per capire che lì «qualcosa non sta funzionando», dice Bugani, da sempre considerato molto vicino a Beppe Grillo e da qualche mese componente dello staff di vertice del movimento vista la nomina nel triumvirato dell’associazione Rousseau accanto a Davide Casaleggio e David Borelli.
«Se io avessi visto Virginio Merola (sindaco Pd di Bologna, ndr) togliere deleghe e nomine a 10 o 12 persone nel giro di 40 giorni – manda a dire Bugani – sarei molto preoccupato per la mia città, quindi sono legittimamente preoccupato per quello che sta succedendo a Roma e spero che prima di tutto Virginia trovi tutte le contromisure per rialzarsi da una situazione complicata». Ma è giusto parlare di accanimento da parte dei media? «Se Merola avesse tolto 12 nomine appena partito, sarei accanito anch’io contro di lui e contro il Pd», ammette il grillino, sottolineando che «in questo momento bisogna guardare in faccia la realtà». Ma la situazione nella Capitale è tale da doversi spingere al punto di togliere il simbolo del movimento a Raggi? «Spero proprio che non si arrivi a questo – risponde Bugani – e che ci siano i margini per fare bene ciò che fino ad oggi non è stato fatto bene. Spero, spero proprio di no».
Il grillino bolognese, tra i fedelissimi di Grillo: «Ci vogliono serietà e umiltà per capire che qualcosa non sta funzionando. Togliere il simbolo a Raggi? Spero ci siano ancora i margini per fare bene».