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M5S CON SCIVOLAMENTO A DESTRA

Diceva Agatha Christie: un indizio è un indizio, due indizi sono due indizi, tre indizi sono una prova.

Da anni il Movimento 5 stelle si dichiara organizzazione politica “né di destra né di sinistra”, sistemata insomma, in una zona grigia in cui nessuno riesce a capire bene cosa sia ma che garantisce lauti utili dal punto di vista dei consensi beccando di qui e di là come hanno dimostrato i flussi elettorali relativi agli ultimi ballottaggi di Roma e Torino.

Ma pian piano questa finzione si sta scardinando. Molti elettori di quel partito probabilmente ci credono ancora, ma l’impressione è che il Movimento 5 stelle forse non è “dichiaratamente” di destra ma è “prevalentemente” di destra.

Tanto per cominciare, i sostegni annunciati e garantiti da Salvini e dalla Meloni ai candidati pentastellati ai ballottaggi, rispetto ai quali i vertici del partito si sono sempre limitati a dire che loro non facevano accordi preventivi con nessuno che è come dire: accettiamo tutti.

Poi la neo-sindaca di Roma, Virginia Raggi, che prova a promuovere al vertice della sua amministrazione un uomo della vecchia giunta Alemanno, giunta non estranea alle vicende e alle indagini di Mafia Capitale.

Quindi la grande familiarità che in nome dell’abbattimento dell’euro hanno mostrato in pubblico Alessandro Di Battista (il cui papà, Vittorio, ha tempo fa pubblicamente dichiarato: “Io di destra? No sono fascista, è altra cosa”) e Matteo Salvini. Tre indizi, una prova.

Sull’Europa spira una pessima aria di destra, un’aria che fa rivivere fantasmi di un lontano e non certo felice passato. Anche quel che avviene alle nostre porte, in Austria, dovrebbe preoccuparci. Un invito all’elettorato in buona fede e sinceramente democratico: in politica le colorazioni esistono sempre, perciò attenti.

Soprattutto a chi si dichiara “né di destra né di sinistra”: il rischio del camuffamento è molto forte. E, per parafrasare un grande del cinema, Ugo Tognazzi, “con scivolamento a destra”.

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Fonte: Fondazione Nenni