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LIVORNO: L’IMMOBILISMO DEI 5 STELLE PORTA AL FALLIMENTO L’AZIENDA DEI RIFIUTI

nogarinDopo quattro decreti ingiuntivi, venerdì scorso è arrivato anche il pignoramento del conto corrente. 150mila euro sono stati bloccati sul conto dell’azienda dei rifiuti presso il Monte dei Paschi di Siena. Si tratta della cifra dovuta a uno dei fornitori che hanno deciso di procedere alle vie giudiziarie per vedere pagate le proprie spettanze. A quanto risulta il creditore sarebbe la società di vigilanza Silpres di Livorno.

tirrenoAd un altro fornitore che aveva presentato decreto ingiuntivo invece, il nuovo cda ha deciso di pagare buona parte del dovuto: è la ditta pisana Pellegrini, la prima ad essersi rivolta al tribunale attorno a metà gennaio. Con una transazione, la Pellegrini ha accettato uno sconto del 10% sul proprio credito e ha incassato circa 60mila euro rispetto ai 67mila.

Il pignoramento del conto corrente di Aamps, così come il pagamento effettuato alla Pellegrini, starebbe creando scompiglio tra i fornitori e starebbe convincendone altri a presentare ingiunzioni. La situazione in via dell’Artigianato insomma sta peggiorando di giorno in giorno, complice in primo luogo il silenzio calato sulla richiesta di concordato. Sono passati 20 giorni dall’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione, ma la prenotazione della procedura per adesso non è stata fatta né decisa. Se si considera che la delibera per dare il via libera al concordato (la numero 152) era all’ordine del giorno del cda del 7 gennaio – ma poche ore prima che il consiglio d’amministrazione si riunisse fu revocato l’incarico al presidente Iacomelli – il risultato è che si è perso oltre un mese per usufruire del cappello protettivo che il ricorso al tribunale garantisce.

Un esempio: se la domanda di concordato fosse stata prenotata, i creditori non avrebbero potuto presentare i decreti ingiuntivi (e comunque l’azienda sarebbe stata al riparo da quelli presentati), e tantomeno tentare una transazione (come nel caso della Pellegrini) o ottenere un pignoramento del conto corrente.

Non è un caso che alla fine della scorsa settimana sia arrivata una diffida al consiglio di amministrazione presieduto da Federico Castelnuovo da parte del presidente dei revisori Carpano, in cui si dava un vero e proprio aut-aut ai nuovi vertici aziendali: o presentate il concordato, oppure sarò costretto a nominare un liquidatore per Aamps. Un epilogo tragico per un’azienda che svolge un servizio pubblico essenziale e che ogni anno ha garantiti 35 milioni di introiti derivanti dalla Tari pagata dai livornesi.

L’avvertimento di Carpano non è passato inosservato al cda che domenica ha provveduto a convocare una riunione di consiglio d’amministrazione per domani pomeriggio alle 17.30. All’ordine del giorno ci sarà l’esame delle offerte pervenute per ricoprire i ruoli di advisor durante la procedura concorsuale. Slitterà tuttavia la deliberazione di procedere col concordato, essendo necessaria per un atto di quel tipo la presenza del notaio.

I tempi insomma si allungheranno ancora un po’: nel frattempo il timore è che un assalto di fornitori porti ad altre ingiunzioni e che il pignoramento del conto produca i suoi effetti. Bastano infatti una decina di giorni perché la procedura – attraverso il via libera del giudice – vada in porto e perché la somma pignorata venga bonificata al creditore.

Marco Valiani, capogruppo di Livorno Bene Comune, chiede che si riunisca d’urgenza il consiglio comunale e scrive:
“Tutto fermo, niente si muove, solo i creditori che giustamente vogliono i propri soldi… e ingiunzione dopo ingiunzione l’azienda rischia il fallimento.
Fallimento che porterebbe a situazioni devastanti per tutta la città, oltre che per i lavoratori, indotto compreso, fallimento che, come dico da tempo, è quanto vogliono i vertici del movimento per poi svendere, regalare al privato.
Non possiamo stare fermi e immobili ad osservare questo sfacelo, loro saranno immobili noi no!”

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Fonte: Il Tirreno