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LIVORNO A 5 STELLE: FUNZIONARIA COMUNALE ACCUSATA INGIUSTAMENTE DALL’ASSESSORE VIENE SCAGIONATA DAL COMUNE

rimaRissosa Livorno a 5 Stelle: piena solidarietà all’impiegata comunale accusata ingiustamente. Lei come simbolo di tutti i lavoratori occupati e disoccupati che passano momenti simili o peggiori.

RiMa

Una brutta storia agita il ferragosto del Comune. E’ la storia di un’aggressione verbale di un uomo nei confronti di una donna, di pesanti e gravi accuse (rivelatesi tra l’altro infondate) lanciate da un assessore nei confronti di una dipendente. A denunciarla è stata la responsabile dell’ufficio società partecipate di palazzo civico, Rosalba Minerva. Che due giorni fa ha registrato al protocollo un atto in cui racconta un episodio avvenuto il 19 luglio, che l’ha vista sua malgrado co-protagonista insieme all’assessore al bilancio Gianni Lemmetti. In sintesi: Lemmetti ha accusato la Minerva di aver passato dei documenti riguardanti Aamps al Tirreno, aggredendola verbalmente, offendendola e minacciandola di far controllare la sua posta elettronica. Il segretario generale ha aperto un’istruttoria sul caso al termine della quale la funzionaria è risultata estranea ai fatti e le accuse nei suoi confronti sono state definite infondate. A quel punto la funzionaria, non avendo ricevuto neanche le scuse dell’assessore, ha deciso di prendere carta e penna e mettere nero su bianco gli eventi. La denuncia è stata inoltrata alla coordinatrice delle Rsu del Comune Carmignani, al coordinatore del dirigenti Parlanti, alla responsabile del comitato unico di garanzia Meschini e per conoscenza al sindaco Nogarin, che già era al corrente dei fatti. Sia i sindacati che il comitato di garanzia – un organismo interno al Comune creato nel 2011 con competenze sulle pari opportunità e contro il mobbing – dovranno valutare adesso come muoversi. Ma l’episodio, per come è stato descritto dalla Minerva, rischia comunque di creare un serio problema politico all’interno della giunta e della maggioranza, trasformandosi in un boomerang contro Lemmetti.

Lemetti, martedì 19 luglio, chiama sul cellulare la Minerva e dopo aver manifestato il suo disappunto per l’articolo del Tirreno, che pubblica in anteprima il piano industriale di Aamps, la cui presentazione era prevista in pompa magna in municipio il giorno successivo. L’accusa esplicitamente di aver passato il piano industriale al nostro giornale. «Eri l’unica ad averlo, sei tu la talpa», dice Lemmetti. Secondo la denuncia della funzionaria i toni dell’assessore sono alterati e molto aggressivi. E a niente valgono le repliche della donna, che si difende sostenendo di non aver neanche letto il piano che era arrivato sulla sua posta il pomeriggio precedente e di non essere sicuramente l’unica ad aver ricevuto il documento di Aamps. Ma quell’articolo – che racconta che l’inceneritore continuerà a bruciare le stesse quantità di oggi anche quando il porta a porta sarà ampliato a tutta la città – evidentemente risulta così indigesto per Lemmetti, che l’assessore insiste nei suoi affondi contro la funzionaria e la minaccia di far predisporre controlli sul suo computer. Tra l’altro, a metà mattina, il piano integrale (ma poi si rivelerà non aggiornato) viene pubblicato anche su un sito internet cittadino. Il che aumenta l’agitazione dell’assessore. «Andremo a fondo – continua Lemmetti al telefono -, farò intervenire il centro elaborazione dati del Comune per controllare la tua posta elettronica».

Le parole dell’assessore, secondo il racconto della Minerva, si fanno sempre più aggressive fino a diventare volgari. Ma anche i contenuti sono pesanti: l’accusa che Lemmetti fa nei confronti della funzionaria è gravissima, sia dal punto professionale che umano, di fatto la taccia di infedeltà. La donna evidentemente turbata e volendo probabilmente dimostrare la sua innocenza acconsente a che il suo computer venga controllato. Poi in lacrime, emotivamente scossa, viene accompagnata dal segretario generale Ascione, il quale la tranquillizza e poi contatta gli addetti del centro elaborazione dati per sapere se sia possibile estrarre dalla casella di posta elettronica le mail inviate e ricevute. Dal ced rispondono con grande professionalità: solo il titolare del computer può avere il report, la riservatezza della posta elettronica non si può violare. La Minerva allora garantisce che sarà lei, una volta ricevuto l’estratto delle mail, a inoltrarlo al segretario per dimostrare la sua innocenza. La storia non finisce qui: è l’ora di pranzo quando interviene anche il presidente di Aamps Castelnuovo, che comunica al segretario generale del Comune che il piano pubblicato dal sito internet è vecchio e diverso da quello inviato alla Minerva il pomeriggio precedente.

Ma Lemmetti va avanti e chiede ad Ascione di aprire un’indagine interna ed effettuare ogni verifica per risalire ai responsabili della fuga di notizie. Nel pomeriggio la Minerva riceve finalmente il report delle sue mail (che conferma la sua innocenza) e lo invia al segretario che tre giorni dopo chiude l’istruttoria definendo la Minerva estranea all’accaduto e le accuse dell’assessore infondate. Passano i giorni e la funzionaria decide di inviare una mail a Lemmetti: «Mi hai accusato ingiustamente – scrive – ma sappi che continuerò a lavorare con la stessa professionalità e impegno di prima». Dall’assessore però non arriva risposta. Nè soprattutto – fatto grave – arrivano le scuse.

Marco Valiani, consigliere comunale di Livorno Bene Comune,  con un post su Facebook, chiede le dimissioni dell’assessore. Dopo aver espresso la sua «piena solidarietà a Rosalba Minerva per i gravi fatti accaduti», ricorda il consiglio comunale dell’inverno scorso con i lavoratori Aamps e le parole catturate dal microfono di Lemmetti (“stro…”). «Per me non esistono scusanti – scrive Valiani – e dopo quanto accaduto a dicembre siamo a due casi di aggressioni verbali, e tutto ciò non è più tollerabile. Ribadisco quanto detto mesi fa, dimissioni immediate».

Intanto, resta sempre caldo il fronte del pagamento della produttività ai dipendenti comunali, tutte le sigle sindacali, in una riunione insieme ai dipendenti comunali  hanno tenuto il punto. I lavoratori intendono affermare il diritto a percepire il 100% della spettante produttività, anche se questo deve comportare una erogazione “fuori busta paga”, pertanto non intendono ritirare lo stato di agitazione fino a quando tutte le questioni che riguardano la produttività 2015 non saranno certe e ratificate le PEO (Progressioni Economiche Orizzontali) oltre alla definizione del Contratto Decentrato in tutti i suoi aspetti. Dall’assemblea è fortemente emersa la necessità di fare chiarezza sui mezzi di comunicazione utilizzati dall’Amministrazione, come più volte sottolineato dai vari Sindacati e dalla RSU senza ottenere però una risposta. Come già detto in un comunicato precedente si cita come sia scorretto che il Sindaco si rivolga ai lavoratori utilizzando post su Facebook, il cui uso è inibito ai dipendenti (ma non agli amministratori) e sul quale, senza certificazioni e contraddittori, si generano inevitabilmente tutta una serie di commenti che va a ledere la dignità professionale dei dipendenti comunali, esponendoli di fatto ad una gogna mediatica. I dipendenti comunali non intendono più sopportare l’atteggiamento che scaturisce da tale modalità di comunicazione, vedendo danneggiata la propria immagine da commenti offensivi, istigatori al licenziamento, denigratori della professionalità, che provengono da una disinformazione profonda e da una scorretta strumentalizzazione.

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Fonte: Il Tirreno