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DONAZIONI AL M5S FERRARESE FINISCONO SU UN CONTO PRIVATO

donazione-m5s-ferraraIl Movimento 5 Stelle di Ferrara ha recentemente aperto un conto Pay Pal per raccogliere donazioni in rete, ma a gestirlo è una singola persona: Mauro Ballola, tra i componenti storici del gruppo. E le persone che al momento possono aver accesso a quei dati, come la capogruppo in consiglio comunale Ilaria Morghen, si contano sulle dita di una mano, scrive il giornale on-line Estense.com.

Chi invierà una donazione al Movimento 5 Stelle di Ferrara, nella ricevuta automatica inviata da Pay Pal, leggerà infatti come oggetto “Ricevuta della donazione a Mauro Ballola”, senza riferimenti al meet-up ferrarese e diversamente da quanto accade nel resto d’Italia.

A Torino, per esempio, il movimento ha fondato un’associazione di promozione sociale a cui è intestato un conto corrente bancario (principalmente proprio per la trasparenza nella gestione dei conti). A Napoli il M5S si è spinto addirittura oltre: dopo aver creato l’associazione si è affidato a Banca Etica. E l’utilizzo di Pay Pal? Non è un’eccezione ferrarese, anzi è molto diffuso tra i meet-up delle città medio-piccole che devono necessariamente contenere i costi. Ma nelle ricevute compare sempre il nome dell’associazione, mai quello di una persona fisica: Forlì, Pesaro, Alghero e Como sono alcuni degli esempi che abbiamo potuto verificare direttamente.

In condizioni come queste, la trasparenza nei conti dei Grilli Estensi diventa un atto di fede: Pay Pal non fornisce certificazioni pubbliche sui conti, limitandosi a inviare al donatore la singola ricevuta e all’intestatario del conto i rendiconti delle operazioni. Sta poi a chi gestisce l’account – in questo caso Ballola – scegliere se e quando pubblicarli, ma si tratta di una procedura manuale che ovviamente non fornisce agli utenti alcuna garanzia sui contenuti. Sul sito dei Grilli Estensi si legge che “la trasparenza è fondamentale, per questo faremo un aggiornamento trimestrale per garantire a tutti di verificare come verranno spesi i soldi”. Il primo rendiconto dovrebbe quindi uscire a fine marzo. Ma anche allora il problema rimarrà inalterato: Ballola riceve i dati e Ballola li pubblica, senza il ‘filtro’ di un vero controllore neutrale.

Contattata da Estense.com, Ilaria Morghen afferma che “tutti i donatori sono visibili, sia il nome che le quote cedute. Sono dati pubblici, così come il rendiconto trimestrale delle spese sostenute per le attività di propaganda (affermazioni per la verità smentite dai paragrafi precedenti, ndr). Nelle ricevute degli altri meet-up non compare il nome di una persona fisica perché altrove hanno fondato associazioni di promozione sociale, che noi non abbiamo. Un problema di trasparenza? Non credo: Ballola mette i conti online”. È la stessa Morghen però a riconoscere che i dati non sono accessibili a tutti gli iscritti al meet-up, ma solo al “gruppo che gestisce il budget”.

Ballola, dal canto suo, spiega che “abbiamo dovuto fare in questo modo perchè non abbiamo una partita Iva, non potendoci permettere di costituire un’associazione che ci costerebbe più di 300 euro all’anno. In futuro, se ci sarà la possibilità, valuteremo questa possibilità”. Per la verità dell’associazione di promozione sociale Grilli Estensi si era già parlato molto in passato: fu tra gli enti che nel 2009 proposero di intitolare una strada ad Anna Politkovskaja e fino al 2013 il suo nome compare in numerosi atti pubblici (iniziative, sostegni e proposte politiche) di Comuni come Comacchio, Vigarano e Mirabello.

La notizia della sua improvvisa ‘sparizione’ arrivò l’anno successivo, quando Silvia Mantovani registrò sotto la sua proprietà il marchio Grilli Estensi e per questa scelta fu investita dalle critiche. “A quanto mi risulta – dichiarò alla stampa per giustificare la scelta – l’associazione di promozione sociale Grilli Estensi non esiste più”. Una scelta legittima. Ma di certo, in un contesto simile, ogni tentativo di trasparenza rimane un’utopia.

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Fonte: Estense.com