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LE CARTE DEL REDDITO DI CITTADINANZA SONO LE SOCIAL CARD DI TREMONTI

E alla fine si scoprì che la super carta grillina che consentirà a migliaia di italiani di spendere i soldi del reddito di cittadinanza non è altro che la social card ideata dall’ ex ministro dell’ Economia Giulio Tremonti nel lontano 2008.

Nessuna rivoluzione copernicana dei pagamenti contro la povertà – dice Tobia De Stefano su Libero Quotidiano – come annunciato da Di Maio e compagni. Per lanciare il loro provvedimento simbolo, i Cinque Stelle hanno semplicemente riattivato il servizio creato una decina d’ anni fa e usato in primis da un governo di centrodestra.

Il decreto di Berlusconi e Tremonti, promulgato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e firmato oltre a Berlusconi e Tremonti da Scajola, Brunetta, Sacconi e Calderoli, verrà quindi utilizzato ora dal reddito di cittadinanza pentastellato, in totale continuità con i governi degli ultimi dieci anni.
L’ ammissione, candida, arriva dall’ amministratore delegato di Postepay Marco Siracusano che nella serata di mercoledì è stato incalzato dalle domande dei senatori nel corso di un’ audizione in Commissione lavoro. In particolare Stefano Bertacco (Fdi) gli ha chiesto lumi sulla stampa di 6 milioni di tessere annunciata a novembre dal ministro dello Sviluppo Economico. Risposta: in realtà «non è prevista nessuna stampa massiva…». E i tempi?
«L’ operazione di stampa – continua l’ad – è partita a valle del decreto (di metà gennaio 2019 ndr) con il quale veniva introdotto il reddito di cittadinanza…». Del resto, secondo le spiegazioni del manager, Poste non ha fatto altro che rimettere in moto un servizio che era stato creato nel 2008. E basta spulciare il dl che istituisce il sussidio M5S per verificarlo.
Poste italiane all’epoca intascò 1,898 euro su base annua per ciascuna carta emessa, come rivelò l’allora sottosegretario all’Economia Casero in Parlamento., oltre a 1.149.221 euro per la sola spedizione a casa della tessera. Se ne produssero 2 milioni, ma fu un flop. Meno di 600 mila ricariche, per i requisiti troppo stringenti.
«È clamoroso – spiega a Libero la leader di Fratelli d’ Italia Giorgia Meloni – Nell’ audizione al Senato, Poste italiane ha sbugiardato Di Maio sul reddito di cittadinanza. La storia dei sei milioni di tessere stampate è una menzogna, Poste ha dichiarato che nessuno del governo ha mai fatto quella richiesta. Ma questo è il minimo, la notizia incredibile è un’ altra: le tessere che consegnerà Poste non sono altro che le social card di Tremonti introdotte nel 2008 dal governo del centrodestra.
È scritto nero su bianco all’ articolo 5 del decreto sul reddito di cittadinanza. Poste dovrà semplicemente riattivare quello stesso identico servizio. Di Maio ha messo in una bacheca e presentato in pompa magna una tessera che esiste già da 10 anni. Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere con le lacrime agli occhi».