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L’AMMISSIONE DEL DEPUTATO 5 STELLE ANTONIO FEDERICO: QUEL CORAGGIO CHE TROPPE VOLTE È MANCATO

L’onorevole 5 Stelle molisano Antonio Federico affida a Facebook una dura autocritica sulla crisi di governo in atto:

“Ieri mattina (il 12 agosto) ero a Roma, insieme a tutti i miei colleghi, per la riunione dei gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle.
È un momento molto delicato per il Paese – scrive Federico – e c’è bisogno di serietà e lucidità. Non dobbiamo cadere ancora una volta in quel vortice autocelebrativo che ci porta a dire che noi siamo il meglio che gli italiani possano avere perché gli altri sono tutti uguali e rappresentano il peggio.
Abbiamo sbagliato delle cose in questi 14 mesi, ma abbiamo fatto anche grandi cose: mi basta pensare al reddito di cittadinanza, al taglio dei vitalizi, alla lotta al precariato o alla stretta sui reati contro la Pubblica Amministrazione e la trasparenza sui finanziamenti ai partiti. Ma come non siamo forse stati bravi a raccontare il nostro lavoro, così – continua Federico – non possiamo permetterci oggi di non saper riconoscere le nostre colpe. Ancora ieri durante l’assemblea congiunta fioccavano frasi fatte, slogan e selfie. Basta, davvero.

Perché è nato il MoVimento 5 Stelle?
Perché cittadini informati e formati entrassero nelle Istituzioni e rendessero trasparente e partecipata ogni decisione politica. Invece abbiamo banalizzato la comunicazione semplificando in maniera esasperata i messaggi, non più stimolando la critica e la ragione, ma assecondando umori e pulsioni. Ed allora torniamo a parlare con le persone di temi e coinvolgiamole. Facciamo capire la solennità di questo momento e prendiamo il coraggio a due mani. Quel coraggio che troppe volte è mancato a tutti noi, anche a me. Fare il bene del Paese è anche fare il bene del MoVimento? Ha senso questa domanda? E i sondaggi? E le poltrone, da tagliare o da mantenere? Non riesco ad anticipare alcuna soluzione, ma sono sicuro che serva da parte nostra un repentino cambio di atteggiamento.
È ai gruppi parlamentari e al Presidente della Repubblica – conclude – che è affidata questa fase delicata: affidiamoci ai primi così come confidiamo nel secondo”.