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LA RETROMARCIA GRILLINA SUL VOTO SEGRETO, ORA VA BENE CONTRO IL ROSATELLUM

Contro la riforma della legge elettorale i senatori grillini hanno chiesto il voto segreto. Si affidano ai franchi tiratori per affossare il Rosatellum, costringendo il governo a mettere la fiducia – scrive Ilario Lombardo su La Stampa.

“Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto”, scriveva il 16 marzo del 2013 sul sacro blog Beppe Grillo, dopo il voto in Senato per la nomina del presidente.

“Certo che siamo contro il voto segreto – dice il senatore grillino Giovanni Endrizzi – ma siamo in emergenza democratica e useremo tutti gli strumenti possibili per opporci al Rosatellum”. La democrazia è anche cambiare idea a seconda dell’obiettivo da raggiungere. E in politica, si sa, è una dote di molti.
Alla vigilia dell’approdo in aula al Senato della legge elettorale approvata alla Camera, dopo l’ok della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, il M5S ha chiesto una cinquantina di voti segreti sul testo. Di fatto, così i grillini hanno spinto il governo all’ovvia decisione di mettere la fiducia. Realisticamente era quello che Palazzo Chigi avrebbe comunque fatto per scoraggiare prevedibili agguati.
Per i grillini il voto segreto è l’ultima speranza di provocare la reazione di chi nella maggioranza vorrebbe votare contro la legge, ma potrebbe farlo solo con l’assicurazione dell’anonimato. Per il governo, la scelta della fiducia, dopo averla posta già a Montecitorio, è una conseguenza logica. Nel Pd danno per fatta la legge elettorale entro la settimana. La questione poi passerà al Quirinale. I 5 Stelle, che mercoledì, presente Grillo, circonderanno il Senato, si sono portati avanti e hanno chiesto al presidente Sergio Mattarella, con un post sul blog, di non firmare la legge. “Se lo farà– scrivono i grillini – sarebbe anche lui tra i responsabili di una legge incostituzionale e di uno strappo irreparabile per la nostra democrazia”.
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Fonte: La Stampa