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LA CANDIDATA 5 STELLE ALLA CAMERA CON SOLE 3 PREFERENZE

Ivana Mainenti candidata alle parlamentarie grilline all’estero nel collegio dell’America Meridionale ha ricevuto solo 3 voti e si trova candidata alla Camera, come capolista per il Movimento 5 Stelle.

Non c’è nulla di strano ovviamente: ci sono soltanto pochi iscritti al M5S tra chi risiede in America Meridionale: in totale sono appena 31 i voti del collegio, scrive Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera.
Lo scorso anno a Borgosesia, nel vercellese, aveva avuto 15 preferenze alle elezioni comunali, e ora è prima in lista alla Camera, con tre soli voti ottenuti alle Parlamentarie. Ma in Sud America (dove però gli elettori possono esprimere le preferenze). E sempre per il Movimento 5 Stelle. La particolarità, appunto, è che Ivana Mainenti non corre in Piemonte dove si è candidata per le elezioni dell’11 giugno, ma è in lizza per un seggio a 11mila chilometri di distanza.


Nulla di illecito, spiegano i pentastellati, che però sulle norme per legare i candidati alla loro residenza hanno sempre imposto, tranne che per le città metropolitane, una certa rigidità. «Mainenti è nata in Uruguay da emigrati italiani. Ha la doppia cittadinanza e lì esercita l’attività di gestione di un bed&breakfast. Continua ad avere rapporti con l’Italia, proprio in virtù della doppia cittadinanza», dicono i 5 Stelle. Che poi ammettono: «Sì, ha mantenuto la residenza anagrafica in Italia». Attivista storica, in piazza a Roma a ottobre per le proteste contro l’approvazione del Rosatellum, Mainenti si trova in lista per necessità. Al termine delle Parlamentarie — spiegano nel M5S  — «a causa anche della difficoltà a reperire i documenti necessari alla candidatura i già pochi candidati si sono ridotti al punto che non sarebbe stato possibile presentare la lista». Proprio per questo motivo sono stati individuati «utilizzando le stesse modalità già utilizzate per l’uninominale, soggetti di alto profilo che, a prescindere dalla mera iscrizione all’AIRE e residenza anagrafica, avessero interessi per motivi lavorativi, professionali, culturali o di altro tipo con il Sud America».
Le liste per il Sud America quindi sono state integrate ulteriormente. «Tutto nel rispetto della legge, tanto che le candidature sono state tutte accolte senza alcuna modifica da parte degli uffici elettorali (ad eccezione di un candidato, appunto, che non è riuscito a far pervenire in tempo utile la documentazione in originale dal suo Paese)», si difendono i pentastellati.