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IL M5S RACCOGLIE LE FIRME PER IL REFERENDUM COSTITUZIONALE GIÀ INDETTO

costituzioneIl Movimento 5 Stelle ha iniziato la raccolta delle firme per la presentazione dei quesiti referendari alla riflrma costituzionale approvata il mese scorso. La rifirma, nota come ddl Boschi, ad ottobre, sarà sottoposta referendum confermativo. Il referendum è già indetto.

Come in altre regioni, anche in Campania il M5S raccogli le firme. Valeria Ciarambino, consigliere regionale 5 Stelle, si attiva per far “arrivare alla Corte Costituzionale non solo la richiesta di un referendum confermativo proposto dai parlamentari, ma in contemporanea anche un referendum confermativo richiesto dai cittadini e sarà la prima volta nella storia della Repubblica Italiana”.

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E lancia un “APPELLO A TUTTI I GRUPPI M5S DELLA CAMPANIA: AVVIO RACCOLTA FIRME Referendum Costituzionale. SI PARTE! Il Movimento 5 Stelle Campania avvia la raccolta le firme per i referendum costituzionali che si svolgeranno ad ottobre 2016. Entro FINE GIUGNO dobbiamo raccogliere migliaia di firme a Napoli ed in tutte le citta’ della Campania. Tutti i meetup e gli attivisti si devono attivare fin da subito, poiche’ questo referendum rappresenta una priorita’ del MoVimento 5 Stelle. Già dal prossimo fine settimana saranno presenti banchetti in alcune città e presto ci saranno moduli per le firme in ogni comune della Campania. Abbiamo pochissimo tempo per difendere la democrazia. I gruppi che vogliono impegnarsi in questa battaglia possono prendere contatto con i referenti organizzativi della loro provincia… Oppure scrivere alla mail campaniam5sreferendum@gmail.com [21:15, 8/5/2016] Valeria Ciarambino: Fatelo subito. Abbiamo pochissimo tempo e migliaia di firme da raccogliere [21:16, 8/5/2016] Valeria Ciarambino: fino a fine giugno è la FASE 1 di raccolta firme. Poi fino al referendum di ottobre partirà la FASE 2 di informazione sulle ragioni del NO [21:24, 8/5/2016] Valeria Ciarambino: Vi chiedo di fare COPIA E INCOLLA di qs messaggio e di inviarlo a tutti i gruppi M5S. Grazie”

Firme che evidentemente sono inutili perché come la stessa Ciarambino scrive su facebook: il referendum è già stato indetto dai parlamentari. Le firme le hanno già raccolte i parlamentari.

Infatti, l’art. 138 della Carta Costituzionale recita: “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione”.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera…”.

Il 12 aprile la Camera dei deputati aveva dato il via libera alla riforma con 367 voti a favore e 7 contrari.

E dato che il ddl Boschi è andato in Gazzetta il 15 aprile scorso, i termini scadono entro il 14 luglio. Ma i gruppi parlamentari si sono mobilitati tempestivamente: il 19 aprile tutte le opposizioni (Movimento 5 stelle, Forza Italia, Lega Nord e Sinistra Italiana), per un totale di 166 deputati, hanno presentato le firme per chiedere la consultazione popolare a ottobre, e il 20 aprile la maggioranza (Partito Democratico, Alleanza Popolare, Democrazia Solidale-Centro Democratico) hanno presentano alla corte di Cassazione le firme richieste per il referendum.

I cittadini italiani dovranno quindi solo esprimersi a favore o contro la riforma costituzionale del ddl Boschi, e passerà l’opzione più votata, indipendentemente dal numero di votanti. Il referendum in questione, detto costituzionale o confermativo, non necessita, ai fini della sua validità, di un quorum come succede invece per i referendum abrogativi.

Infine, è utile sapere che quando un referendum raggiunge il quorum, scattano i rimborsi per i comitati promotori: 1 euro per ogni firma raccolta. Per esempio, grazie ai due referendum proposti nel 2011, l’Italia dei Valori ha incassato oltre 1 milione di euro. Discorso analogo per il Comitato promotore per il si ai referendum per l’acqua pubblica a cui sono andati 624.093 euro di rimborsi elettorali.

Una forma di finanziamento pubblico che da un lato risarcisce i comitati civici che si attivano per proporre un referendum, dall’altro rimborsa anche quei partiti politici che hanno fatto di questo strumento un loro cavallo di battaglia.

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