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IL M5S A DESTRA E A SINISTRA NEGLI SCRANNI DEL CAMPIDOGLIO

Virginia-Raggi-matteoderricoIl Movimento 5 Stelle si prepara ad entrare come maggioranza in Campidoglio. E in vista del 7 luglio, giorno in cui si terrà il primo consiglio comunale dell’ era Raggi, studia una ‘geografia’ degli scranni in assemblea capitolina, nell’Aula consiliare Giulio Cesare: e per la prima volta si potrebbero avere i consiglieri di maggioranza divisi su due lati. Una sorta di ‘occupazione simbolica’ dei due emisferi.

L’idea che circola tra i pentastellati è ‘sfrattare’ dai loro scranni quelli del centrosinistra, le postazioni che, da sempre, il Pci, Pds, Ds, Pd, occupa in aula Giulio Cesare. C’è anche una spiegazione ufficiale, che viene fornita da qualche attivista a 5 Stelle: “Quei banchi sono più comodi. Vicini all’uscita, accanto alla stanza del sindaco o del gabinetto”. Ma il vero motivo è un altro: “Sarebbe il segno che il vento è davvero cambiato”. Una sorta di avviso di sfratto, appunto: fuori dal governo della città, fuori dai loro banchi.

Ma la sorpresa, su cui sono al lavoro nelle ultime ore i pentastellati, sarebbe quella di posizionarsi non solo nei seggi a sinistra ma anche in quelli di destra. E su eventuali problemi di comunicazione che potrebbero sorgere tra le due ali, soprattutto in fase di voto, i 5 Stelle tagliano corto: “Non ci saranno. Siamo una squadra unita e coesa”.

Non esiste un regolamento per assegnare i posti ai consiglieri. Alla prima seduta, i gruppi si mettono d’accordo. Solo che, finora, col sistema “bipolare” era molto più semplice: la destra a destra, la sinistra a sinistra. È così da sempre, anche in Parlamento. E, quando i “grillini” sono sbarcati in aula Giulio Cesare è stato normale posizionarsi tra le opposizioni, in alto a destra, lontani il più possibile dai “colleghi” pidiellini o di FdI eletti nel 2013. E sotto ai 5 Stelle, c’erano Alfio Marchini e Alessandro Onorato. Traduzione: tutta la maggioranza da una parte, tutti gli altri dall’altra. Con il “monocolore” M5S tocca a loro scegliere. E, per il Pd, per non lasciare i suoi banchi, potrebbe rimanere solo l’ipotesi di dividere coi “grillini” lo stesso lato (in tutto ci sono 40 posti) dello schieramento. Si vedrà alla prima seduta: senza accordo, decide l’ufficio di presidenza “in mano” ai 5 Stelle.

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