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IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO NON PARTE, LA RIVOLUZIONE PUÒ ATTENDERE

La rivoluzione per il grande cambiamento non si avvia. Due summit a Roma, tre a Milano. Quasi una settimana di discussione, vertici infiniti anche di notte non bastano a Lugi Di Maio e Matteo Salvini a trovare un intesa per la formazione del governo. I partiti che hanno vinto le elezioni politiche e hanno la maggioranza dei parlamentari non riescono a mettersi d’accordo.

Oggi pomeriggio si è chiuso al Quirinale il nuovo round di consultazioni per la formazione del governo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che incontrato la delegazion di M5s e poi quella della Lega – non intende impedire la nascita di un governo politico che avvii finalmente la legislatura. Ha quindi preso atto della richiesta di Lega e M5s di avere qualche giorno in più di tempo. Le forze politiche faranno sapere loro al presidente quando saranno pronte.

“Non stiamo questionando sui nomi ma stiamo molto più costruttivamente discutendo anche animatamente sula idea di Italia”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini dopo il colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Per Salvini, “il governo parte se può fare le cose. Se ci rendessimo conto che non in grado allora ci fermiamo”.
“Stiamo facendo uno sforzo enorme – ha proseguito Salvini – perchè se dovessimo ragionare per convenienza politica non saremmo qua da tempo, se dovessimo dar retta ai sondaggi saremmo i primi a dire chi ce lo fa fare di trovare una quadra lasciamo tutto nelle mani di Mattarella con l’ipotesi di andare al voto il prima possibile”.
“Se saremo abbastanza bravi a trovare la quadra si parte senza problemi, ma non vogliamo prendere in giro il presidente della Repubblica e gli italiani” dicendo che c’è l’accordo “quando su qualche punto importante come le infrastrutture ci sono ancora visioni diverse. Il tema giustizia è centrale: processi più brevi, anche su questo partiamo da posizioni differenti e io sono in questa veste non solo da leader della Lega, perché non voglio rompere l’alleanza di centrodestra”, ha aggiunto.
“Se io vado al governo – ha aggiunto – voglio fare quel che ho promesso di fare su cui gli italiani mi han votato, sulla Fornero, evitare l’aumento dell’Iva, ridurre le accise sulla benzina, sull’immigrazione su cui Lega e M5s partono da notevole distanza: nel rispetto dei diritti umani e dei trattati mi rifiuto di pensare all’ennesima estate e autunno del business dell’immigrazione clandestina in saldo. Se andiamo al governo vogliamo mano libera per tutelare sicurezza italiani, anche con la legge legittima difesa”.
“Io voglio che ai figli non gli cadano i soffitti in testa, voglio che le imprese paghino meno tasse e oggi ho i vincoli esterni che non me lo permettono o si ridiscutono i vincoli oppure è un libro dei sogni”.
Anche la Lega vuole ascoltare il parere dei propri elettori sull’intesa con i 5S per la formazione del nuovo governo: l’ufficio organizzativo federale ha inviato una lettera ai segretari regionali e provinciali per invitarli a prenotare le piazze per il prossimo weekend per “consentire lo svolgimento di una consultazione tra la cittadinanza sul così detto ‘Contratto di governo’. Ogni gazebo – si legge nella lettera – dovrà dotarsi di un’urna per raccogliere le schede votate”.
“Abbiamo aggiornato il Presidente della Repubblica su come stiano avanzando le varie interlocuzioni tra M5s e Lega su quello che è il contratto di governo. Sia io che Salvini siamo d’accordo sul fatto che nomi pubblicamente non ne facciamo. L’accordo di governo è il cuore di questo governo di cambiamento che siamo intenzionati a far partire il prima possibile”, ha detto il capo del M5s Luigi Di Maio, al termine del colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Come mai ancora tanto tempo? In fondo è solo la prima consultazione che facciamo” da quando c’è stato il via libera alla ricerca di un’intesa tra M5s e Lega, ha poi detto il leader M5s tornando nei suoi uffici alla Camera a chi gli chiedeva le ragioni del ritardo sui tempi attesi per le comunicazioni circa l’intesa.
Il contratto di governo “sul modello tedesco – ha spiegato Di Maio nella conferenza stampa al Quirinale -, mette dentro i punti programmatici delle due forze” M5s e Lega. “Noi lo sottoporremo ai nostri iscritti con un voto online che sarà chiamato a decidere se far partire questo governo con questo contratto o no”.
Secondo il leader dei pentastellati, M5S è consapevole delle scadenze internazionali, ma chiede “qualche altro giorno” perché si sta scrivendo “il programma di governo per cinque anni”. “Sono molto orgoglioso delle interlocuzioni e soddisfatti del clima che si respira – ha proseguito Di Maio -, ma soprattutto dei punti che si stanno portando a casa su temi come la legge Fornero, la lotta agli sprechi, la lotta alla corruzione, il carcere per chi evade, il fisco”.
In precedenza c’è stato un incontro tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, insieme con Giancarlo Giorgetti, con il leader M5S, Luigi Di Maio e Vincenzo Spadafora. Alla Camera inoltre il tavolo tecnico su il programma di governo. “C’è da lavorare ancora”, ha detto il leader del Carroccio arrivando alla Camera. A chi gli chiede se torni l’ipotesi di Di Maio premier, come è circolato nei giorni scorsi, risponde secco “no”.
Resta ancora il nodo premier. Molti i nomi che circolano nelle ultime ore. Tra gli altri quello dell’economista Giulio Sapelli che aveva dato la sua disponibilità ma ha ricevuto lo stop di M5s. I nuovi colloqui del capo dello Stato dalle 16.30, prima riceve M5s, poi la Lega.
Non è Giulio Sapelli il nome del premier portato al Colle: a dirlo, interpellato dall’Ansa, il portavoce M5s. Anche fonti della Lega, interpellate al riguardo, non confermano che ci sia una indicazione per il professore di economia a Palazzo Chigi.
Fonte: Ansa