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IL DON CAMILLO DI CAROVILLI (IS): SUONA LE CAMPANE A MORTO PER IL FINE VITA DOPO QUELLE PER LE UNIONI CIVILI

Don Mario Fangio, parroco della chiesa di Santa Maria Assunta a Carovilli, in provincia di Isernia, replicando all’onorevole Maria Amato del PD, ha definito la legge sul fine vita: “Non è proprio una buona legge. E’ solo una legge ASSURDA” ed ha manifestato la volontà di far suonare le campane a morto nel caso di approvazione del testo normativo.

Già lo scorso maggio il parroco è stato protagonista di un’altra crociata contro la legge Cirrinnà sulle unioni civili.

In rigoroso stile Don Camillo il prete di Carovilli ha fatto suonare le campane a morto per celebrare il “funerale del matrimonio tradizionale”, con tanto di manifesto funebre affisso sul portone principale della chiesa dell’Annunziata. Le ha suonate per l’intera giornata, a intervalli regolari. “Oggi – ha affermato (lo scorso anno) don Mario – è morta un’istituzione secolare. Con la legge sulle unioni civili la gente è disorientata perché pensa, essendo essa una legge, che sia una cosa buona”.

Ed ecco la nuova crociata con suonata di campane al seguito.

“La nostra fede – risponde don Fangio all’on. Amato – per lei è tollerabile, purchè  non coinvolga altri. Ma qui non siamo nell’ambito della fede, ma in quello delle norme umane più elementari per il vivere civile, perciò riguardano tutti. A meno che lei non tentati di cambiare le carte in tavola, il senso dei vocaboli, per poter, in modo consequenziale,  cambiare anche le regole.
Lei deve spiegare a me e agli altri poveri mortali, come faccio ad essere veramente libero, e cambiare le mie disposizioni se, in coma o stato vegetativo, sentissi tutto e non  potessi più esprimermi per cambiare quelle maledette DAT che ho firmato quando l’istinto di conservazione non era scattato in me, e che mi portano alla morte”.

“In un eccesso di bontà,  deve ancora spiegarmi – continua il parroco – se dietro a tutto ciò non vi siano interessi finanziari di tanti (assicurazioni, stato, parenti, procuratori ed avvocati) che si avvantaggeranno di queste disposizioni”.

“Nelle DAT non si fa riferimento a eutanasia, e ciò dovrebbe rassicurarci. Ma le recenti sentenze creative dei giudici ha reso evidente ben altro, la capacità  di dichiarare lecito anche ciò che la legge attuale punisce”.

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Fonte: Eco del Molise