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IL CONSIGLIO D’EUROPA ACCUSA DI MAIO DI VOLER LIMITARE LA LIBERTÀ DI STAMPA

Oggi si celebra la ventiseiesima Giornata mondiale della libertà di stampa. Indetta per la prima volta dalle Nazioni Unite nel 1993, rappresenta l’occasione per accendere i riflettori sullo stato di salute dell’informazione nel mondo e per ricordare ai singoli Paesi l’importanza di una stampa indipendente per la salute delle democrazie.

Proprio ieri, il Consiglio d’Europa, la principale organizzazione di difesa dei diritti umani del continente, ha pubblicato un rapporto che elenca le principali minacce alla libertà di espressione nel 2018 e le azioni che i governi dovrebbero intraprendere per contrastarle. A tal proposito l’organizzazione si dice preoccupata per l’aumento delle violenze e delle intimidazioni contro giornalisti e ricorda che almeno due di loro – la maltese Daphne Caruana Galizia e lo slovacco Ján Kuciak – sono stati assassinati lo scorso anno mentre lavoravano ad inchieste su casi di corruzione e crimine organizzato.

Tra le situazioni critiche segnalate nel rapporto ci sono le condotte di Russia ed Ungheria, ma anche il governo turco che, nell’ultimo anno, ha chiuso e confiscato tre giornali e una televisione dopo il fallito colpo di Stato del 2016.
Sotto la lente dell’organizzazione è finito anche il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio, per aver esercitato pressioni finanziarie sui media per limitare la libertà di stampa nel nostro Paese. “In Italia – si legge nel rapporto nella parte dedicata all’indipendenza dei media – il vice primo ministro ha chiesto alle imprese detenute dallo Stato di smettere di fare pubblicità sui giornali e ha annunciato piani per una riduzione dei contributi pubblici indiretti ai media nella legge di bilancio 2019”. Una condotta che, secondo il Consiglio d’Europa, minerebbe in modo preoccupante l’indipendenza delle testate.
“In Italia, il vice primo ministro e leader del Movimento 5 Stelle ha chiesto alle imprese detenute dallo Stato di smettere di fare pubblicità sui giornali e ha annunciato piani per una ‘riduzione dei contributi pubblici indiretti ai media nella legge di bilancio 2019′”, dice il rapporto. Inoltre, il Consiglio d’Europa punta il dito contro un post sui social media pubblicato da Di Maio nel novembre 2018 che “conteneva linguaggio insultante contro giornalisti italiani e chiedeva nuove restrizioni legali sugli editori”.
Già a gennaio il Consiglo d’Europa aveva criticato duramente i politici italiani accusati di avere atteggiamenti razzisti e xenofobi “in particolare sui media e su Internet”
“Preoccupano l’aumento degli atteggiamenti razzisti, della xenofobia e delle posizioni anti Rom nel discorso pubblico” si legge nel Rapporto di monitoraggio sull’Italia votato nell’Assemblea che segnala anche un “aumento dei discorsi d’odio da parte dei politici”.
Nella relazione si esprime anche preoccupazione per la politica di chiusura dei porti ai migranti in merito “alle recenti iniziative per impedire alle navi di soccorso di attraccare nei porti italiani”.
Fonte: Agi