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CRITICHE M5S IN SICILIA A DI MAIO PER LA VISITA PROGRAMMATA AD UN’AZIENDA INDAGATA

Oggi su Repubblica Annalisa Cuzzocrea riferisce di un episodio che riguarda il tour elettorale del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio a sostegno della lista del M5S. Di Maio insieme al candidato governatore Giancarlo Cancelleri avrebbero dovuto visitare un’azienda che aveva ricevuto l’attenzione degli organi giudiziari. La visita ha spinto il deputato siciliano dei 5Stelle Alessio Villarosa a disapprovare il programma nella chat del gruppo dei parlamentari ed è stata annullata.

«Luigi, mi dicono che andrete a visitare un’azienda nel mio paese, l’Agrumigel. A saperlo, magari vi avrei mandato lo schifo che hanno fatto nel nostro territorio e vari reati commessi». Il deputato Alessio Villarosa — nella chat dei parlamentari 5 stelle — si rivolge al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Ha saputo che nel tour programmato in Sicilia insieme al candidato governatore Giancarlo Cancelleri c’è un’impresa di Barcellona Pozzo di Gotto che lui considera del tutto fuori linea rispetto agli ideali propagandati dal Movimento.

E allega i link dei giornali on line che danno la notizia dei guai giudiziari dell’amministratore, di recente mandato a processo per un’evasione fiscale da quasi mezzo milione di euro. Lo stesso imprenditore, Salvatore Imbesi, già consigliere comunale del Pdl, ha subito diversi sequestri delle sue attività: l’ultimo, nel marzo scorso, riguardava un terreno trasformato secondo l’accusa in una discarica abusiva. Il candidato premier non risponde. Altri parlamentari appoggiano Villarosa.
Tra gli ortodossi, l’accusa è serissima: «Per il consenso ci stiamo vendendo l’anima», dice un deputato. «Prima la difesa degli abusivi, ora le visite alle aziende indagate per inquinamento ambientale. Anche quest’estate, l’uscita di Cancelleri sull’abusivismo di necessità ci aveva lasciato di sasso. E nessuno che si prenda la briga di ascoltare anche noi».
La visita era in effetti programmata. Alle tredici di oggi. È inserita nel programma di Di Maio e Cancelleri con la dizione: «Incontro azienda agricola agrumi», ma a sera salta senza spiegazioni. Di Maio non vuole ripetere errori già fatti in passato: la foto con il fratello di un boss sotto processo per la Terra dei fuochi (era in un ristorante dopo un’iniziativa — ha spiegato poi — non aveva idea di chi fosse). L’altra con Dino Tredicine, re dei camion bar romani (Di Maio era in piazza per una protesta contro la direttiva Bolkestein, anche quella volta non sapeva chi gli stesse accanto).
Ma le frizioni su un tour siciliano gestito troppo in solitaria non sono le uniche nl gruppo parlamentare dei 5 Stelle. Alla prima riunione della ripresa, lunedì scorso, è esploso il caso Laura Castelli. La deputata – ora vicina all’ala di Di Maio dopo un passato da ortodossa – è stata tesoriera del gruppo a partire da ottobre 2016. L’incarico è in scadenza. I 5 Stelle ruotano ogni tre mesi nel ruolo di capogruppo e al massimo ogni anno in quello di tesoriere. Lei però ha deciso di ricandidarsi per il prossimo giro. E il presidente dei deputati glielo ha permesso aggrappandosi a un cavillo: «Non esiste una regola che lo vieti».
Gli ortodossi sono – ancora – sul piede di guerra. «Abbiamo sempre turnato, cosa sta succedendo?», hanno domandato al capogruppo Simone Valente i deputati Giorgio Sorial e Davide Crippa. E sono state chieste spiegazioni su alcune costose consulenze, come quella al sociologo Domenico De Masi per il suo studio sul Lavoro (52mila euro per la ricerca e il relativo convegno) e quella sul programma Turismo. Il timore è che l’avanzata di Di Maio occupi tutti i posti e sovverta le regole. Su quella della turnazione erano già stati espressi dubbi in passato, ma un conto è ridiscuterla – hanno protestato i parlamentari – un altro bypassarla senza che ci sia prima una decisione dell’assemblea. L’urna di cartone darà il suo responso oggi. Se Lara Castelli sarà rieletta, la regola sarà violata per la prima volta. Da lì a cancellarla il passo sarà più breve.
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Fonte: la Repubblica