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IL CONSIGLIO COMUNALE DI LIVORNO È COME UN “COTTOLENGO”, PAROLA DI EDOARDO MARCHETTI CONSIGLIERE GRILLINO DI LIVORNO

rimaLivorno 5stelle for Roma: Virgì che te ne pare di questo consigliere come assessore al sociale?

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Per “cottolengo” si intende, secondo la Treccani, un “istituto per disabili psichici e fisici” o un “ambiente con persone di scarsa vivacità intellettuale”. Da qualunque punto la si guardi, la battuta infelice scritta due giorni fa su Facebook dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Edoardo Marchetti, ieri ha scatenato un mare di polemiche, scrive Juna Goti sul Tirreno.

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Venerdì alle 16.38 il consigliere di maggioranza ha postato la frase: «Ovvia… stasera al Cottolengo!». Questa volta l’Aamps non c’entra niente (fu Rosi a definirla così nel 2013, prima di sbattere le porte dell’azienda). Marchetti, di li a breve, sarebbe andato in consiglio comunale. A distanza gli ha risposto per prima Claudia Leone, del direttivo dell’Associazione autismo Livorno. «Ora il limite è superato – ha scritto – e attendo, anzi pretendo, le scuse del consigliere in questione a titolo di madre di un bambino disabile autistico e di componente del direttivo dell’Associazione autismo Livorno. Con il termine cottolengo si intende comunemente un istituto che accoglie disabili psichici e/o fisici. Ma ci rendiamo conto? Per denigrare avversari politici si paragonano a persone che hanno dei problemi? Vergogna! Chiedo subito l’intervento del presidente del consiglio Esposito». Che contattato ieri pomeriggio ha risposto di non volersi esprimere «su quello che viene scritto sui social».

 La polemica ha subito iniziato a correre sul web ed è uscita dalle stanze virtuali per entrare in quelle della politica e delle istituzioni. Marco Valiani, capogruppo di Livorno Bene Comune, ha definito il post di Marchetti «a dir poco imbarazzante» e ha parlato di «dileggio delle istituzioni».

Il capogruppo del Pd, Pietro Caruso, ha parlato di «rammarico e disgusto»: «rammarico per il non rispetto delle istituzioni», «disgusto per l’assoluto non rispetto nei confronti di bambini e ragazzi loro malgrado costretti a vivere al cottolengo». «E come se non bastasse – ha sottolineato – i “mi piace” al post da parte della vicesindaco-assessora alle attività educative, dell’assessore al bilancio, del vicepresidente del consiglio, del presidente della commissione lavoro e di un’altra consigliera, tutti della maggioranza. Vergogna».

I “mi piace” messi sotto al post hanno fatto discutere tanto quanto le parole. «Un consigliere comunale che paragona il consiglio al cottolengo – è intervenuto anche il prof e regista dei Mayor Von Frinzius, Lamberto Giannini – non è che non rispetta le istituzioni non rispetta i disabili, invito il consigliere a rimuovere il post perché credo che non lo abbia fatto intenzionalmente ma con superficialità. Mi hanno colpito in negativo anche i mi piace di persone che stimo come Daniele Galli e Stella Sorgente.

Ironizzare sulla disabilità si può e si deve perché aiuta, deridere no, anche se non credo sia questa l’intenzione l’effetto sì». «Mi scuso se con il mio “mi piace” ho involontariamente offeso qualcuno», gli ha risposto la vicesindaca: «Il consigliere in questione ha replicato sulla sua pagina e spero che questa polemica finisca qui e che non si voglia montare un caso su una cosa del genere». Ma cosa ha risposto Marchetti? Che «sembra incredibile ma sembra che l’affermazione sottostante abbia scatenato polemiche…». Non si può dire che le scuse che vengono dopo abbiano rasserenato il clima. «Con questa affermazione – ha scritto – avrei offeso tutti i diversamente abili di questo mondo. Ho troppo rispetto per loro per metterli allo stesso livello di chi fa polemiche sul niente e usa il consiglio comunale e ciò che gira intorno per avere due minuti di visibilità». «Immagino – ha aggiunto queste parole – siano gli stessi che quando qualcuno dice “roba da torta” difendono i tortai o quando qualcuno dice “fare il finocchio col culo degli altri” difendono gli omosessuali. Non ci crederete ma questa è la polemica di oggi! Mi dispiace ancora di più che si usino i diversamente abili. Sicuramente a loro va il mio rispetto e non a chi li usa. A chi comunque si fosse sentito offeso offro le mie scuse ed eviterò in futuro di usare questa espressione visto che, finora, mai avevo avuto il sentore che potesse offendere qualcuno, altrimenti evidentemente, come per altre tristi locuzioni, mi sarei astenuto dal farlo».

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Fonte: Il Tirreno