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CONSIGLIERE GRILLINO DI LIVORNO MULTATO PER INCOMPATIBILITÀ, HA ACCETTATO IL MANDATO MA AVEVA UN DEBITO CON LA TIA

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L’esposto anonimo arrivato in Prefettura all’inizio di marzo parlava di una presunta ineleggibilità da parte di quattro consiglieri comunali per alcuni debiti non dichiarati nei confronti del Comune di Livorno. Lo scrive Federico Lazzotti sul quotidiano Il Tirreno . A distanza di sette mesi dallatirreno denuncia che aveva fatto scattare l’inchiesta, è stato notificato al consigliere comunale del M5S Valter Sarais, un decreto penale di condanna legato agli accertamenti effettuati nei mesi successivi dalla sezione di polizia giudiziaria della Municipale.

L’ipotesi di reato contestata al consigliere pentastellato è quella di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Ora per ricostruire la vicenda, è necessario riavvolgere il nastro e tornare al giugno 2014, quando Sarais come tutti gli altri colleghi “eletti” che stavano per entrare in consiglio comunale firmò l’autocertificazione nella quale accettava il mandato e garantiva di non avere pendenze con la stessa amministrazione comunale. Al contrario – ma si è scoperto successivamente – il consigliere a Cinque Stelle aveva dimenticato di pagare una rata della Tia legata alla sua attività professionale pari a circa 175 euro e risalente al 2008 che con gli interessi è lievitata fino a 255 euro. «Sono certo di aver pagato quella rata e lo dimostrerò durante il processo», replica Sarais dopo aver deciso di opporsi al decreto penale di condanna. In pratica il pubblico ministero Francesco De Leo, titolare del fascicolo, prima di lasciare la Procura di Livorno ha deciso che la questione penale legata a Sarais poteva essere risolta pagando una multa, o meglio una pena pecuniaria, di 3.750 euro.

Ora con l’opposizione firmata dal legale del consigliere, l’avvocata Giorgia Piccinini, la palla passa di nuovo al Tribunale che dovrà citare l’imputato per la prima udienza del dibattimento davanti al giudice. «Voglio essere pulito e trasparente come mi ha insegnato mia mamma – va avanti il consigliere – in vita mia ho sempre pagato tutte le pendenze che avevo a cominciare da multe, bollette e tasse. Ecco perché sono in buona fede e sicuro di poterlo dimostrare davanti a un giudice».

L’indagine amministrativa svolta dal Comune sulla presunta incompatibilità dei quattro consiglieri finiti al centro degli accertamenti per le autocertificazioni si è già conclusa ed ha escluso qualsiasi irregolarità. Resta però aperta la questione della trasparenza, soprattutto per la maggioranza pentastellata che di questo argomento ha fatto una delle sue bandiere. Ma è lo stesso sindaco Filippo Nogarin, attraverso il suo portavoce a garantire per il consigliere. «A livello amministrativo non cambia assolutamente niente – spiega – anzi, esprimiamo il massimo sostegno a Valter e al suo operato. E nello specifico nel momento in cui ha firmato l’autocertificazione era in assoluta buona fede».

Dunque nessun passo indietro da parte del consigliere e piena fiducia nel suo lavoro da parte del sindaco Nogarin sempre alle prese con una maggioranza in consiglio ridotta ai minimi termini. Vero è che le conseguenze penali legate all’esposto anonimo potrebbero non finire qui. Come detto, infatti, la denuncia parlava di quattro consiglieri. E più precisamente oltre a Sarais si facevano i nomi di Alessio Batini (ex capogruppo dei Cinque Stelle), Giuseppe Grillotti (passato lo scorso anno nel gruppo misto) e Jari De Filicaia, ex segretario comunale del Pd. Batini e De Filicaia, almeno a giugno di due anni fa, dovevano ancora pagare al Comune delle contravvenzioni; mentre Grillotti aveva una lite pendente con l’amministrazione per alcune aree Peep.

Ieri abbiamo cercato di contattare tutti e tre i consiglieri per verificare se fossero stati destinatari anche loro di un decreto penale di condanna. Grillotti e Batini per tutto il giorno non hanno risposto al cellulare mentre De Filicaia ha negato qualsiasi ricezione. «Dopo i rumors che ho percepito anche io in consiglio lunedì – spiega l’ex segretario Pd – ho chiamato immediatamente il mio avvocato per verificare la mia posizione. E per il momento posso dire che non mi è stato notificato alcun decreto o citazione a giudizio da Procura o Tribunale».

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Fonte: Il Tirreno