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CARLO FRECCERO: “NEL M5S TROPPE GUERRE INTERNE, VIRGINIA RAGGI È ACCERCHIATA”

carlo_frecceroDice Carlo Freccero che quel che sta succedendo a Roma, tra i 5 stelle, è l’effetto «di un partito che vince col 70 per cento e in cui tutti si ritrovano a chiedere posti di potere». Il consigliere di amministrazione Rai in quota 5 stelle promuove  a pieni voti – in un’intervista ad Annalisa Cuzzocrea di Repubblica – le mosse di Chiara Appendino a Torino, ma ha qualche dubbio su quelle di Virginia Raggi nella capitale e, soprattutto, sul gruppo di supporto che le è stato affiancato dai vertici del Movimento.

Cosa pensa dello stallo dei primi giorni sulla giunta?

«Credo che sia quel che accade quando ci sono vittorie grosse, inaspettate e per questo difficili da gestire. Ci sono cose però che mi creano tensione».

Quali?

«Un personaggio come Roberta Lombardi, il suo ruolo, la sua figura mi fanno pensare che ci siano delle lotte interne che mi sarei augurato non facessero parte del nuovo corso. Il momento è delicato, devono fare in fretta per dimostrare di essere all’altezza della prova che così tanta gente ha affidato loro».

Stanno cercando le persone giuste, serve tempo no?

«Per ora l’unico nome che conosco è che mi convince è quello di Paolo Berdini, assessore all’urbanistica. Sul resto sono al buio, un po’ distaccato. Attendo qualcosa di forte e di preciso».

Se le chiedessero un consiglio?

«Non li sento, dico sempre che da quando sono qui a viale Mazzini non ho ricevuto dal Movimento nessuna richiesta, pressione o telefonata. Quel che credo e che direi loro è che debbano stare attenti a non riciclare la gente. E poi…».

Cosa?

«Lei, Virginia Raggi intendo, mi sembra molto accerchiata e questo non è positivo per il Movimento. Quel che emerge è che a Roma ci siano guerre intestine e che questo possa comprometterne l’operato. L’esperienza di Torino mi sembra invece molto diversa».

Crede che Chiara Appendino abbia agito meglio?

«Direi che ha superato gli esami, è stata brava e dà l’idea di essersi preparata molto bene».

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Fonte: la Repubblica