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CAPOGRUPPO M5S ASSEMBLEA SICILIANA AMMETTE RICHIESTA PER BLOCCO DIMISSIONI DEPUTATO CIACCIO: “È UNA PRASSI”

Sergio Tancredi ammette la trattativa. Dopo le rivelazioni del vicecapogruppo del Pd Giovanni Panepinto, che ieri ha raccontato a Repubblica di avere ricevuto dal numero uno del gruppo grillino all’Ars la richiesta di bocciare le dimissioni di Giorgio Ciaccio dal Parlamento regionale, il diretto interessato conferma: «In assemblea — dice Tancredi — è una prassi. Noi in prima battuta non avevamo votato a favore delle dimissioni di Fabrizio Ferrandelli».

Non solo: «Ciaccio — continua Tancredi — deve formalizzare le dimissioni a me. Poi dobbiamo decidere come gruppo se inoltrarle al presidente Giovanni Ardizzone. Dico la mia: io sono contrario alle dimissioni a tre mesi dalle elezioni. La considero politicamente una stupidaggine». Non la pensa così il primo dei non eletti, Mauro Giulivi. Il militante, ieri, ha commentato su Facebook le rivelazioni di Panepinto: «Se fossero solo illazioni dell’onorevole Panepinto — commenta — l’onorevole Tancredi sarebbe tenuto a querelarlo dimostrando così l’infondatezza di tali affermazioni. Mi auguro che i probiviri del Movimento 5 Stelle intervengano tempestivamente dal momento che queste sono azioni contrarie ai valori e i principi del Movimento stesso».

A dire il vero, su un altro caso analogo, il punto di vista di Tancredi era diverso. Era il 17 aprile 2013, e a dimettersi è stato Sergio Troisi: l’Ars ha approvato, facendo subentrare proprio l’attuale capogruppo. «In quel caso — osserva Tancredi — c’era una situazione differente. Troisi si è dimesso per tornare a lavorare. Nessuno poteva dirgli: “No, resta prigioniero”». Per il capogruppo, però, le assenze dei deputati Cinquestelle (in Aula, al momento del voto su Ciaccio, ne mancavano 9 su 14), non hanno una valenza politica: «Due ragazze erano fuori sede — prosegue il capogruppo — e tre stanno male, uno è stato addirittura operato. Non posso dire loro di venire in Aula con la flebo». Su Giulivi, però, c’è anche un’altra questione: il militante palermitano fa parte del gruppo dei “nutiani”, è il compagno della deputata Chiara Di Benedetto e ha già fatto causa al Movimento 5 Stelle per l’esclusione dalle Regionarie, le primarie online per la scelta dei candidati alle elezioni di novembre.

Tancredi, però, nega che ci sia qualcosa di personale nei confronti di Giulivi. «Con Mauro — garantisce — non c’è alcun tipo di problema. Abbiamo anche giocato a pallone insieme. Se entrasse in Assemblea si brucerebbe un mandato parlamentare: invece può spendersi in due mandati futuri ed è ancora giovane. È una persona di qualità». Anche perché, per il capogruppo M5s, «l’attività dell’Assemblea è inesistente. La presenza o meno di un deputato aggiuntivo che sia o meno nel gruppo parlamentare è irrilevante». Tanto vale evitare.

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Fonte: la Repubblica