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ANCORA SU PICCITTO E L’ADEGUAMENTO DI STIPENDIO AL COMUNE DI RAGUSA

federico-piccitto-matteoderrico Il responsabile comunicazione del Movimento 5 Stelle all’Assemblea Regionale Siciliana, Tony Gaudesi, affida alla stampa una lettera aperta ritorna sul presunto aumento di stipendio da parte del sindaco di Ragusa, Federico Piccitto:

“Ci dispiace, i “grillini” e la marmellata sono ancora due rette parallele. La stampa, che ha creduto di beccare la giunta Cinquestelle di Ragusa con le mani affondate nel classico barattolo, per via di un inesistente auto-aumento di stipendio, ha preso l’ennesimo abbaglio. E, purtroppo, come spesso accade, è un abbaglio a nove colonne, o quasi. “Gridato” a testate quasi unificate, anche a livello nazionale, a sancire l’errata convinzione che, ebbene sì, i “grillini” sono come gli altri”.

“Per la stampa, evidentemente, i ‘grillini’ – continua Gaudesi – non possono non essere come gli altri. In mancanza di scandali veri, eccone servito pertanto uno farlocco, con una notizia parzialmente giusta, raccontata nel modo più sbagliato possibile. Con una piccola verità che veicola una grandissima bugia”.

La verità caro Gaudesi e caro Piccitto è che ci avete assillato fino alla noia col fatto che voi e solo voi potete fare a meno di stipendi, indennità, gettoni e quant’altro.

Ci avete continuamente tormentato con la restituzione degli stipendi per iniziative a favore dei più deboli.

Ci avete torturato, ogni giorno e ogni ora, con la vostra diversità nell’amministrare la cosa pubblica.

Ribadiamo che nessun atto illegittimo è stato compiuto dalla giunta grillina di Ragusa con la rideterminazione delle indennità. Hanno applicato ciò che la legge autorizza. Prim’ancora era accaduto a Bagheria, altro comune a guida 5 Stelle.

Ma la verità diciamola tutta con la delibera adottata dalla giunta è stato cancellato il fondo per attività sociali in cui gli amministratori di Ragusa conferivano una parte dei loro stipendi, infatti la delibera recita: “Dare atto che gli amministratori intendono devolvere direttamente parte della loro indennità per l’acquisto di beni da regalare al comune, senza farle confluire nell’apposito fondo istituito con la deliberazione n. 85/2014”. Senza alcun automatismo e senza nessuna percentuale prestabilita.

Poi un’altra verità, la facoltà di riduzione o di rinuncia al diritto all’indennità:

“La legge stabilisce il “diritto” degli amministratori alle indennità e gettoni per l’impegno da loro sostenuto per l’esercizio del mandato, nelle misure dalla stessa previste. Ciascun amministratore può esercitare la facoltà di rinunciare in tutto o in parte a tale diritto, comunicando la decisione agli organi collegiali dei quali fa parte, che ne prendono atto ed informano il funzionario preposto al servizio. Gli organi collegiali possono esercitare unitariamente la facoltà di riduzione e rinuncia alle indennità o ai gettoni, che assume valore per coloro che partecipano ed approvano la relativa deliberazione e non si applica a coloro che esprimono voto contrario, si astengono, o non sono presenti, i quali possono assumere personalmente le decisioni che a loro competono in relazione al diritto attribuito dalla legge, facendone constare secondo quanto in precedenza indicato”.

Ancora una verità, gli amministratori dei comuni di: Brolo, Racalmuto, Cerda, Ucria, Nicosia, Buscemi, Favara (tanto per citare solo alcuni dei comuni siciliani, ma ce ne sono centinaia e centinaia in tutta Italia), hanno rinunciato alle indennità e ai gettoni di presenza.

E non sono comuni amministrati dal Movimento 5 Stelle.

mader